Ponte chiuso, effetto sardine sui treni
Passeggeri per Milano raddoppiati

Dopo la chiusura del ponte San Michele si è passati da quasi 7.500 ad almeno 11 mila passeggeri al giorno.

Il cinquanta per cento in più. Almeno. Passeggeri stipati come sardine, in piedi fin dalla partenza e per almeno un’ora (salvo complicazioni) di viaggio. Ogni giorno, mattino e sera, sperando che il treno non salti, eventualità tutt’altro che remota visto l’andazzo di Trenord da qualche mese in qua. Ciliegina sulla torta, la chiusura del ponte San Michele lo scorso 14 settembre: per le prime due settimane il sistema alternativo ha quasi retto, ma al via delle lezioni negli Atenei milanesi è stato il caos totale.

Numeri alla mano, sulla Bergamo-Carnate-Milano viaggiavano 23.183 passeggeri al giorno, ma meno di un terzo saliva nelle stazioni bergamasche (oltre al capoluogo, Ponte San Pietro, Terno e Calusco d’Adda): 6.750 per la precisione. Il resto è tutto brianzolo, con punte da Arcore verso Milano. Ora, ipotizziamo che dopo la chiusura del ponte – che durerà per i prossimi due anni – la metà di questi abbia optato per i bus-navetta per Paderno o per il mezzo privato, ed è una valutazione comunque molto generosa, perché con ogni probabilità questo dato difficilmente supera un terzo dei quasi 7.000 pendolari rimasti a piedi. Facciamo quindi che 3.500 viaggiatori della linea su Carnate ogni giorno si stiano riversando su Bergamo per raggiungere poi Milano via Pioltello: vuol dire che questi treni di punto in bianco si sono ritrovati con il 50% di passeggeri in più. Normale che scoppino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA