Poste, addetti tappabuchi in valle
Code e disagi negli uffici della città

Personale ridotto in alcuni sportelli perché spostato in provincia a coprire le carenze delle filiali più piccole. Attese fino a 40 minuti per un bollettino. La denuncia dei sindacati.

Quando si dice che la coperta è troppo corta: non bastavano i disagi sul recapito a mandare in crisi i dipendenti di Poste italiane. Da qualche settimana alcuni uffici di Bergamo città e di altri paesi della provincia stanno soffrendo il «risiko» delle assegnazioni temporanee che l’azienda è costretta a inventarsi di giorno in giorno per evitare di sospendere il servizio nelle filiali più piccole, quelle delle valli e dei paesi di montagna, che stanno in piedi con un solo operatore.

Quando l’unico addetto manca, è necessario spedire a destinazione uno sportellista di stanza in un altro ufficio che, inevitabilmente, inizia a risentirne in termini di operatività. E così nelle succursali più grandi, dove il bacino d’utenza è maggiore, i pochi sportelli aperti non riescono a tenere il passo. Risultato: i tempi si allungano e le code pure, per buona pace di chi, per pagare un bollettino o riscuotere la pensione, rischia di passare in fila anche 30-40 minuti.

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