Processo ultrà, Belotti prosciolto
Il leghista dà il risultato al «match»

È stato prosciolto per non aver commesso il fatto. Ecco come si è pronunciato il gup Ezia Maccora nel processo ultras che si sta svolgendo a Bergamo. Con Belotti che dà il risultato al «match».

Il segretario della Lega Nord era indagato per il concorso esterno nell’associazione a delinquere, reato per il quale sono stati rinviati a giudizio sei ultrà della Curva Nord.

Atalanta - Roma 3-1Dopo una doppietta di Belotti, accorcia le distanze Carmeninho, ma nel finale un eurogol di Marco Saita chiude il match...

Posted by Daniele Belotti on Giovedì 21 gennaio 2016

Il leghista, difeso dall’avvocato Marco Saita, fa anche ironia sul processo in atto, trasformando i vari pronunciamenti in gol. Per Belotti il risultato è quindi di 3-1 in un’ipotetica partita tra Atalanta e Roma, considerando che il sostituto procuratore Carmen Pugliese è una tifosa romanista.

Perchè 3-1? Il primo gol risale al 2011 con l’ordinanza del gip Alberto Viti che non ravvisava la sussistenza dell’associazione a delinquere. La seconda «rete» per l’Atalanta è quella con il gup Patrizia Ingrascì che nel 2014 aveva prosciolto gli ultrà e lo stesso Belotti. La Roma segna sempre nel 2014 con il ricorso in Cassazione della Pugliese che si aggiudica così una rete dato che la Cassazione le dà ragione. Ma l’Atalanta avanza con il terzo gol data la decisione del gup Maccora.

L’esponente del Carroccio si è sempre definito il «trait d’union» tra la Curva e le istituzioni, un ruolo che sarebbe stato sollecitato da entrambe le parti. Anche Salvatore Longo, questore di Bergamo dal 2004 al 2007 (oggi a Torino), aveva confermato di aver incontrato più volte, a suo tempo, Daniele Belotti nella veste di mediatore nei rapporti con gli ultrà dell’Atalanta. Lo aveva dichiarato la scorsa settimana davanti al giudice dell’udienza preliminare Ezia Maccora, chiamata nella giornata di giovedì 21 gennaio a decidere se rinviare a giudizio l’attuale segretario provinciale della Lega per concorso esterno in associazione per delinquere, come invocato dal sostituto procuratore Carmen Pugliese, oppure proscioglierlo, come chiedeva la difesa del politico. Quest’ultima la decisione del gup.

Secondo il pm, Belotti era una sorta di eminenza grigia che avrebbe contribuito scrivere volantini contro le istituzioni per conto della Curva, organizzare iniziative di protesta e – stando all’interpretazione accusatoria delle intercettazioni telefoniche – avrebbe svolto il ruolo di consigliere personale del capo ultrà Claudio «Bocia» Galimberti, già rinviato a giudizio per associazione a delinquere con altri 5 fedelissimi.

Visione opposta quella della difesa (il legale di Belotti è l’avvocato Marco Saita) secondo cui il leader lumbard, storico frequentatore della curva, in virtù del suo ruolo istituzionale (all’epoca dei fatti sedeva nei banchi del Consiglio regionale) più volte era stato preso come interlocutore da chi era deputato a gestire l’ordine pubblico, per cercare di tenere aperto un canale di comunicazione con la tifoseria organizzata. Le conversazioni intercettate con il «Bocia» e i consigli al capo ultrà? Servivano a gettare acqua sul fuoco e scongiurare intemperanze da parte dei curvaioli.

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