Pronto Soccorso, si lavora contro le code
Task force provinciale con Ats

Previsto un piano di almeno dieci azioni da promuovere in 45 giorni per risolvere le lunghe attese al Pronto Soccorso.

Tutta la sanità provinciale, ma anche le associazioni e il sistema dei Comuni e quello sociale insieme, per risolvere il problema delle code al pronto soccorso: l’ambizioso progetto di Ats Bergamo è stato presentato martedì pomeriggio nella sede di Via Gallicciolli.

Oltre a Massimo Giupponi e Carlo Alberto Tersalvi, direttore generale e direttore sanitario dell’Agenzia di Tutela della Salute, erano presenti rappresentanti dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Famiglia, cooperative di Medici di Medicina Generale gestori di PIC, l’Associazione parkinsoniani, la Fondazione Carisma, la Fondazione Rota Onlus, il Centro Servizi Volontariato, Areu, Cittadinanza attiva, IOB Policlinico San Pietro, IOB Policlinico San Marco, Humanitas Gavazzeni, Habilita, Casa di Cura San Francesco, Ferb Onlus, AAT-118BG e le tre ASST (Papa Giovanni XXIII, Bergamo Est e Bergamo Ovest).

«Il tema è critico e su di esso il nostro sistema ha deciso di lavorare seguendo un ben preciso schema di governance che vede coinvolta l’Ats con la partecipazione del Consiglio di rappresentanza dei sindaci, l’Ordine dei Medici e l’Ordine delle Professioni infermieristiche della provincia di Bergamo. Il Gruppo di Miglioramento coinvolge associazioni del mondo del volontariato sociale e dei servizi, nonché i diversi attori del sistema sanitario e sociosanitario del territorio bergamasco. Il problema è talmente complesso che richiede la partecipazione convinta degli attori direttamente o indirettamente coinvolti nel sistema delle emergenze urgenze e che possono svolgere un ruolo attivo nella individuazione e realizzazione di azioni di miglioramento. Dobbiamo essere consapevoli che nessuno può gestire questo tipo di problema nella propria struttura e in solitaria. Serve un’azione corale. Così come è evidente che il meccanismo funzionerà se tutti si sentiranno parte integrante della rete, se faranno proposte sostenibili e se si assumeranno la loro quota parte di responsabilità», ha esordito il direttore generale di Ats Bergamo, Massimo Giupponi.

Il direttore sanitario Carlo Alberto Tersalvi ha chiarito gli obiettivi: «Cercare di rispondere in modo adeguato alle necessità del territorio, migliorando le performance assistenziali del PS e rispondendo ai picchi di iperafflusso. Se riusciamo ad affrontare la questione complessivamente, badando a tutti i punti di vista, possiamo cercare di trovare risposte corrette dove ciascuno è chiamato a fare il suo pezzo con libertà ma anche con responsabilità. Ci aspettiamo contributi fattivi».

A spiegare il metodo la dottoressa Isabella Trezzi di Ats Bergamo:«Individuare almeno dieci azioni di miglioramento da mettere in campo in 45 giorni. Le proposte dovranno pervenire dai vari attori all’Agenzia di Tutela della Salute entro il 24 ottobre, poi in tre successive riunioni a ottobre, novembre e dicembre si passerà alla scelta delle più valide e alla loro messa in pratica, monitorando costantemente lo stato di avanzamento».

I primi punti critici già emersi nella riunione sono gli accessi impropri, che letteralmente invadono e intasano i Pronto Soccorso, e le problematiche relative alla collocazione di parte dei pazienti in uscita, quando gli stessi non possono tornare al loro domicilio.

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