«Quattro gemelle, ma un solo parto»
Negati bonus bebè a una mamma

Francesca, Stefania, Marcella e Giulia sono quattro neonate date alla luce da Anna, una donna bergamasca di 39 anni protagonista di un caso eccezionale.

Quando Anna ha provato a compilare il modulo per il Bonus bebè, il sistema informatico non le ha permesso di selezionare quattro tendine. Non per colpa della tecnologia ma dell’impianto legislativo che non ha previsto parti gemellari o, come nel caso di Anna, plurigemellari. Che cosa prevede lo Stato? La misura, che formalmente si chiama «assegno di natalità», è contenuta nella Legge di stabilità, con l’obiettivo di incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno. Possono farne richiesta genitori che siano cittadini italiani o comunitari o cittadini di Stati extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo. Essenziale la posizione economica della famiglia che non deve avere un reddito Isee superiore ai 25 mila euro annui. Il bonus (erogato per un massimo di 36 mensilità a partire a dal mese di nascita o ingresso in famiglia) prevede 80 euro al mese nel caso in cui l’Isee non superi i 25.000 euro che salgono a 160 euro al mese se il valore Isee non supera i 7.000 euro. Tutti criteri a cui la neomamma risponde.

Il sito del Governo spiega anche che «l’assegno è riconosciuto per ogni figlio nato o adottato o in affido tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, a decorrere dal giorno di nascita o di ingresso nel nucleo familiare». Nessun esplicito riferimento ai parti gemellari. E secondo la macchina dell’Inps, la neomamma Anna può accedere ad un solo bonus, anche se le sue bimbe, gemelle, sono quattro.

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