«Salvate lo sci: 20 miliardi a rischio»
L’appello delle regioni al Governo

Le Regioni montane chiedono al Governo di aprire per il ponte di Natale. I parlamentari Frassini, Belotti e Ribolla: «Operatori pronti e in sicurezza». Ai Piani dell’Avaro decisione già presa: niente skilift.

Riaprire gli impianti sciistici. È un grido unito ma che si alza da più parti, quello che chiede con forza al Governo di rivalutare la decisione annunciata di un Natale senza sci e di una stagione invernale che non dovrebbe quindi prendere il via quest’anno, almeno non a breve. A partire da tutti gli assessori delle Regioni di montagna che, ieri, con un comunicato congiunto, hanno sottolineato come senza sci si avrà una perdita di indotto complessivo pari a 20 miliardi, una cifra vicina all’1% del Pil nazionale. Un danno che sarà costretta a subire soprattutto la montagna, ma che vogliono evitare.

Per questo gli assessori delle Regioni alpine hanno chiesto un incontro al ministro dell’economia Roberto Gualtieri. «Senza l’apporto della stagione invernale – dichiarano gli Assessori – per la montagna è il disastro totale. Chiudere durante le festività natalizie significherebbe pregiudicare irrimediabilmente l’intera stagione, molti non aprirebbero più. Per questo motivo lanciamo un appello al ministro Gualtieri affinché ci possa incontrare ed ascoltare». Per queste regioni, tra cui la Lombardia, infatti, non si tratta di «solo sci».

«Attorno allo sci – dichiara il consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Lombardia Giovanni Malanchini, che ha dato il via libera a una mozione urgente per la riapertura degli impianti sciistici – gravitano attività quali bar, alberghi e tanti altri esercizi commerciali. Si tratta di un comparto enorme. Non riaprirli in sicurezza significherebbe dargli un colpo di grazia. Inoltre, auspichiamo che da Roma venga indicata una data certa con anticipo nel caso di una ripresa progressiva delle attività e che ci si coordini in tempi brevissimi con gli Stati confinanti per l’adozione di una linea comune a livello europeo. Ad ogni modo chiediamo al Governo che vengano previste adeguate misure di ristoro per attività direttamente e indirettamente coinvolte».

«Scelta scriteriata»

Uno sguardo all’estero auspicato anche dai parlamentari bergamaschi Rebecca Frassini, Daniele Belotti e Alberto Ribolla che precisano come «nelle nostre valli tutte le stazioni sciistiche si sono preparate e sono pronte ad aprire in sicurezza. Non consentire loro di iniziare la stagione a dicembre significa spingere gli italiani ad andare a sciare in Svizzera o in Austria dove gli impianti sono aperti. È una scelta scriteriata, che creerebbe un danno irreversibile all’economia delle nostre valli, con migliaia di posti di lavoro a rischio, visto che il periodo natalizio è il più redditizio dell’anno (50% del fatturato della stagione) per chi lavora nel settore». Enti territoriali e locali così come gli impiantisti e gli operatori del settore si dicono pronti a garantire sicurezza e distanziamento sociale. Anche le Comunità montane di Val Seriana e Scalve e Promoserio, per quanto riguarda le valli bergamasche, infatti, chiedono al Governo di garantire la stagione invernale, vista «una situazione sanitaria in Val Seriana e Val di Scalve, in questo momento, sotto controllo e che gli operatori sono pronti a fare del proprio meglio per garantire la totale sicurezza».

«Gli operatori si sono attrezzati e hanno investito per la sicurezza – dichiara il consigliere regionale Niccolò Carretta (Azione) –. Sono per la prudenza, ma nessuno oggi ha la verità e le soluzioni in tasca. È assurdo che si stronchi così la discussione. Ho proposto la vendita degli skipass online, di fissare un limite massimo di accessi alle piste in base alla grandezza del comprensorio, seggiovie a capienza ridotta, contingentamento delle file per la risalita, ma anche il divieto di sciare fuori dalla propria regione. In Europa ci sono anche altri strumenti che abbiamo il dovere di valutare insieme agli operatori, se poi non ci saranno le oggettive condizioni per riaprire gli impianti, sapremo almeno di averci provato con cautela, precauzione e attenzione».

Intanto dai Piani dell’Avaro, sopra Cusio, giunge notizia di una «decisione condivisa, anche se difficile e certamente dolorosa, ma data la situazione non si poteva scegliere diversamente: nei giorni scorsi abbiamo messo al riparo il nostro tappeto di risalita - si legge sulla pagina Facebook della località sciistica brembana – scegliendo quindi di non riposizionarlo per quest’inverno, e abbiamo valutato di non riattivare lo ski-lift, per il quale dopo anni abbiamo ricevuto proposte di gestione. Se le disposizioni (e la neve) lo consentiranno, quindi, apriranno esclusivamente la pista di sci di fondo e il babypark e verrà battuta un’area libera per le discese con bob e slitte».

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