«Save the mountains»: sulle Orobie
per un nuovo record di sostenibilità

L’appuntamento il 7 luglio nei rifugi rilancia l’obiettivo di un nuovo rapporto con la montagna. Il presidente del Cai di Bergamo: il ricavato andrà a giovani che vogliono vivere e lavorare in quota.

Un manifesto e una lista di obiettivi chiari. Per andare oltre la manifestazione di una giornata e costruire qualcosa che possa rimanere nel tempo, soprattutto nella cultura di chi frequenta, abitualmente o saltuariamente, la montagna. «Save the mountains and their cultural heritage», la manifestazione promossa dal Cai di Bergamo con Ana e Osservatorio della Montagna, vuole guardare più in là del 7 luglio, giorno in cui migliaia di persone sono invitate nei rifugi per vivere l’ambiente montano, e vuole farlo con obiettivi ben precisi: «Il progetto che proponiamo – sottolinea Paolo Valoti, presidente del Cai di Bergamo - è di educazione alla sostenibilità, per avvicinare e accompagnare la gente in montagna con rispetto. Attenzione particolare è quella verso la sostenibilità, che non è solo quella ambientale ma che si presenta in differenti sfaccettature: culturale, sociale, economica, turistica e sportiva. Ci sono tante attività che possono essere fatte in montagna e che possono essere coniugate con il rispetto ambientale».

L’obiettivo dichiarato è quello (come definito sul manifesto di «Save the mountains») della sostenibilità generazionale. «Che significa – aggiunge – offrire un sostegno economico per favorire la ricerca e la sperimentazione dei giovani in start up, attività green – jobs, agricoltura e imprenditoria di montagna, capaci di conciliare lo sviluppo economico e la salvaguardia delle risorse naturali, secondo gli obiettivi dell’Agenda 2030 della Nazioni Unite dove possiamo leggere i 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile del Millennio. E infatti, il ricavato della manifestazione andrà a favore di giovani che hanno progetti innovativi e che vogliono continuare a vivere e lavorare in montagna, perché quest’ambiente continuerà a vivere solo se ci sarà sempre qualcuno disposto a viverlo tutti i giorni dell’anno».

Trasporto e responsabilità

Per questo nessun dettaglio è stato lasciato al caso: «Sappiamo per esempio – aggiunge Valoti – che tra i fattori maggiormente impattanti c’è il trasporto. Stiamo cercando di creare le condizioni ideali, attraverso specifiche convenzioni con Sab, Atb e Teb, che la gente scelga soluzioni di trasporto collettivo. Vorremmo davvero che tutti potessero diventare ambasciatori della sostenibilità». Gli altri obiettivi, contenti nel manifesto predisposto per l’occasione, sono: incoraggiare comportamenti verso «impronta zero»; promuovere una cultura della sostenibilità e dell’economia circolare che si rigenera di sola, in particolare attraverso giovani e ragazzi; offrire ai giovani esperienze formative e di vita che permettano loro di costruirsi un futuro tra le montagne; aumentare il senso di responsabilità per l’ambiente e la ricerca della salute; riconoscere il ruolo fondamentale e l’impegno delle organizzazioni di volontariato; promuovere l’alpinismo, la conoscenza e lo studio delle montagne e la difesa del loro ambiente; incoraggiare l’attività fisica, sani stili di vita e di benessere per tutti; coltivare nella terra e nella gente bergamasca lo spirito comune, l’orgoglio d’appartenenza e la volontà condivisa per sognare e realizzare obiettivi che possano andare oltre le Orobie.

«Iniziare un percorso»

«Nell’insieme – conclude il presidente – quello che conta è come si va in montagna e come si fanno le cose: chiediamo di partecipare a questa manifestazione mettendo in pratica comportamenti precisi, improntati alla sostenibilità. Certo, il clima montano è più delicato, ha bisogno di maggiore attenzione e rispetto. La nostra volontà non è quella di fare un progetto che finisce in una giornata, ma di iniziare un percorso insieme. Anche per questo, oltre agli obiettivi generali, abbiamo scritto le carte della sostenibilità, che ci accompagneranno in quest’esperienza (e oltre): la carta della sostenibilità per le montagne, quella del rifugio presidio di sostenibilità, quella della sostenibilità in agricoltura e sulla tavola di montagna, quella della sostenibilità attraverso i rifiuti domestici».

I gadget: maglietta e sacca ecologica

Una giornata sostenibile sotto tutti i punti di vista, negli intenti e nei fatti, anche nei gadget che verranno distribuiti a tutti i partecipanti alla giornata del 7 luglio, «Save the mountains». Per ognuno degli iscritti infatti è stato pensato il kit dell’Ambasciatore della sostenibilità in due versioni, quella base e quella «plus». Una spilla commemorativa, una sacca ecologia e una maglietta a emissione zero per il pacchetto base, mentre per quello «plus» è prevista anche una borraccia in acciaio inossidabile, per eliminare l’utilizzo di bottigliette di plastica. «Vogliamo essere coerenti – spiega il presidente del Cai di Bergamo, Paolo Valoti - tra quello che abbiamo proposto e quello che faremo concretamente. L’intenzione è quella di proporre anche come kit qualcosa di completamente sostenibile: sacca ecologica, maglietta a emissione zero e una borraccia in acciaio, al posto di quella di plastica. Tutti i materiali che, come organizzazione, distribuiremo ai partecipanti saranno pesati dal punto di vista dell’impatto ambientale, della produzione di anidride carbonica. Quello della sostenibilità è un principio promosso anche da tante realtà imprenditoriali».

Tra pochi giorni apriranno le iscrizioni a «Save the mountains», che potranno essere effettuate attraverso il portale Eppen (dove si potranno trovare anche, in avvicinamento alla manifestazione, tutte le informazioni e gli aggiornamenti).

Domenica 7 luglio, all’ora stabilita, tutti i partecipanti dovranno aver raggiunto uno dei rifugi che partecipano all’iniziativa, seguendo i sentieri proposti e, soprattutto, senza lasciare traccia del proprio passaggio sul percorso prescelto. La manifestazione ha il patrocinio del ministero dell’Ambiente, dell’Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani, del Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico lombardo, dell’Università degli studi di Bergamo e dell’Ats-Agenzia di tutela della salute di Bergamo, ma può contare anche sulla collaborazione de L’Eco di Bergamo del mensile Orobie e di Eppen.

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