Scatta l’allarme funghi
In un mese 10 intossicati

A ottobre sono finiti in ospedale per aver mal cucinato «chiodini». Le avvertenze dei micologi: «Buoni se bolliti, i gambi non vanno mangiati»

Stagione da incorniciare per i cercatori di funghi. Ma l’Ats di Bergamo lancia l’allarme: è, infatti, emergenza intossicazioni alimentari per consumo di funghi commestibili ma cucinati in maniera errata. L’ispettorato micologico dell’Ats Bergamo è stato attivato, solo a ottobre, dieci volte dal centro antiveleni dell’ospedale Papa Giovanni XXIII e dai medici dei Pronto soccorso degli ospedali della Provincia per utenti che lamentavano malessere in conseguenza del consumo di funghi. Una condizione che in tutto l’anno 2017 si è verificata 15 volte coinvolgendo in totale 28 persone.

Nell’80% dei casi i funghi causa delle intossicazioni alimentari appartenevano al genere-specie Armillaria Mellea, comunemente detti «chiodini» o «famigliola». Si tratta di un fungo lignicolo che cresce su ceppaie e radici di alberi, commestibile a condizione che sia raccolto da «giovane» con lamelle bianche, che venga scartato il gambo fino all’altezza dell’anellino, sia sottoposto a prebollitura a pentola scoperta per almeno 15 minuti, venga eliminata l’acqua di bollitura e successivamente sia cucinato secondo ricetta per almeno altri 30 minuti. Tale trattamento è necessario in quanto contiene una tossina (la lignina) che è termolabile quindi eliminabile con una corretta cottura. Regole che non sono state seguite dalle persone che si sono presentate ai Pronto soccorso ospedalieri che, in molti casi, come dichiarato da loro stessi, hanno mangiato anche i gambi.

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