Scontri prima della finale di Coppa Italia
Arresti e obblighi per 13 ultrà della Lazio

Nel mirino il gruppo degli «Irriducibili»: due ai domiciliari, per altri 11 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli incidenti prima di Lazio-Atalanta, un’auto della polizia locale venne data alle fiamme.

La Digos di Roma sta eseguendo nella mattinata di mercoledì 13 novembre 13 ordinanze di misure cautelari nei confronti di appartenenti al gruppo degli ultrà laziali «Irriducibili» per gli scontri avvenuti il 15 maggio scorso durante la finale di Coppa Italia Lazio-Atalanta. Tra questi ci sono anche i responsabili dell’incendio dell’auto della polizia di Roma Capitale.

Le 13 ordinanze sono state emesse dal gip Mara Mattioli su richiesta del pm Eugenio Albamonte. In particolare, Abramo Ettore e Marotta Aniello, entrambi vicini al defunto Fabrizio Piscitelli, con un ruolo di rilievo all’interno del gruppo ultrà degli «Irriducibili», verranno sottoposti agli arresti domiciliari, mentre altri undici verranno sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le misure cautelari scaturiscono dai fatti accaduti il 15 maggio scorso, prima dell’inizio della finale di Coppa Italia Lazio-Atalanta quando, in piazza di Ponte Milvio, angolo Largo Maresciallo Diaz, una pattuglia della polizia locale veniva aggredita, con bottiglie, bombe molotov, fumogeni, sedie di plastica e torce accese, da un gruppo di tifosi laziali travisati.

Nella circostanza, due tifosi, travisati per non consentire il riconoscimento e agire impuntiti, poi identificati per Ettore Abramo e Aniello Marotta, si avvicinarono all’auto della polizia locale e, dopo avere infranto il vetro del lunotto posteriore, vi gettarono all’interno una torcia accesa che incendiava il veicolo. Quasi contemporaneamente, un altro gruppo di tifosi laziali aggredì altro personale della polizia locale in abiti civili, ferendone un dirigente.

Nel frattempo, un nutrito gruppo di tifosi, tutti con il volto coperto per non farsi riconoscere, raggiunta via Dei Robilant, iniziò a lanciare fumogeni, petardi, sassi e bottiglie all’indirizzo degli agenti del Reparto Mobile che si erano attestati alla fine della via. Le azioni di guerriglia si protraessero per circa un’ora, durante la quale numerosi tifosi travisati hanno scagliato verso le Forze di polizia del materiale contundente. Le indagini condotte dalla Digos capitolina, attraverso l’analisi del materiale video realizzato dalla polizia scientifica, inerente tutti i momenti degli scontri, hanno consentito di riconoscere ed identificare 13 persone, tutte appartenenti all’ala più oltranzista della tifoseria laziale degli Irriducibili. Queste misure si vanno ad aggiungere a cinque arresti in flagranza di reato eseguiti dalla Digos capitolina nel corso degli stessi incidenti.

I comportamenti posti in essere dai 13 ultrà della Lazio «appaiono sintomatici di personalità prepotenti aggressive e prive di freni inibitori e inducono a ritenere attuale, elevato e concreto il pericolo di reiterazione di reati della medesima specie», scrive il gip nell’ordinanza. Il gruppo ha operato «con evidente preordinazione attraverso una precisa strategia compattandosi nei luoghi presidiati dalle Forze dell’ordine, muniti di indumenti per travisarsi, nonché di diversi oggetti contundenti, fumogeni e bombe carta» e «scagliandosi violentemente contro le Forze dell’ordine che stavano presidiando la zona per motivi di sicurezza». Un’azione che ha messo «in pericolo non solo l’incolumità degli appartenenti alle Forze dell’ordine ma anche di centinaia di persone e famiglie con bambini che pacificamente si stavano recando allo stadio».

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