Smartphone, quarantena meno rispettata
Lunedì 16 solo il 38% è rimasto a casa

Dopo i primi giorni di restrizione, gli italiani hanno iniziato a muoversi più di quanto dovrebbero.

Se il 10 marzo la percentuale di chi restava a casa era in media il 29% a livello nazionale, domenica 15 marzo è salita al 50%, per poi calare al 38% lunedì 16. Lo hanno rilevato due ricercatori dell’Università degli Studi di Bergamo, Francesco Finazzi e Alessandro Fassò, analizzando i dati raccolti dagli smartphone di un campione di italiani tramite un’app.

«Abbiamo analizzato i dati raccolti sulla mobilità di un campione di 20.000 italiani che partecipano a questo progetto di rilevazione sismica», spiega Finazzi. Earthquake Network è un progetto di crowdsourcing grazie al quale la popolazione riceve allerte sismiche in tempo reale sulla propria app «Rilevatore Terremoto». In questo modo i due studiosi hanno osservato che se il 10 marzo la distanza media giornaliera percorsa in Italia era stata di 14 chilometri, domenica 15 marzo era scesa a 4 chilometri. «Chiaramente per effetto del weekend - continua - in cui non si lavora. Anche se comunque metà degli italiani è uscita». Le cose però sono cambiate il 16 marzo, quando la distanza media percorsa è salita a circa 9 chilometri, con alcune oscillazioni regionali. In Lombardia si è assestata sui 7 chilometri, mentre in Veneto e Piemonte sugli 11-12 chilometri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA