Stangata pedaggi in autostrada
«I lombardi tra i più colpiti»

A segnalarlo il Codacons: al Nord massima concentrazione di aumenti. Il rincaro medio è di 35 euro a famiglia.

Dal 1° gennaio una raffica di aumenti si abbatterà sugli automobilisti italiani. Non tutti però verranno colpiti allo stesso modo dai rincari dei pedaggi. Lo afferma il Codacons, commentando gli aumenti tariffari per la rete autostradale disposti dal Ministero dei trasporti.

«Gli automobilisti di Lombardia e Piemonte saranno i più colpiti dai rincari dei pedaggi, e pagheranno aumenti più salati rispetto agli altri utenti delle autostrade - denuncia il Codacons - Gli incrementi tariffari più elevati riguardano proprio i tratti autostradali delle due regioni, con le tariffe della Brebemi che saliranno del +7,88%, Teem +1,90%, Brescia-Padova S.p.A. +1,62%; Milano Serravalle Milano Tangenziali S.p.A. +1,50%; Satap S.p.A. Tronco A4 +4,60%; Satap S.p.A Tronco A21. +0,85%; Torino - Savona S.p.A. +2,46%».

Rincari dei pedaggi che - stima il Codacons - determineranno nel 2017 una maggiore spesa compresa tra i 30 e i 35 euro su base annua a famiglia.

«Cosi si tagliano le gambe alla ripresa - commenta Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Trasporti -. Sulle vecchie autostrade il traffico è in netta crescita, gli addetti sono in continua diminuzione, gli ammortamenti completati, gli investimenti promessi (in cambio degli aumenti tariffari) non sono stati realizzati e nonostante questo il Governo autorizza aumenti medi dello 0,77%. Per questi motivi gli aumenti sono ancor più ingiustificati. Con il crescere della produttività delle società autostradali le tariffe andrebbero ridotte e non aumentate per favorire lo sviluppo. Se le vecchie concessionarie dormono sonni tranquilli grazie alla loro posizione monopolistica che gli consente una rendita di posizione garantita è paradossale per le nuove autostrade. Anch’esse deresponsabilizzate da piani finanziari che prevedono aiuti di Stato e garanzie pubbliche che gli consentono di recuperare anche i mancati ricavi derivanti dagli aumenti tariffari (le tariffe sono doppie rispetto a quelle della media nazionale). Aiuti di Stato, defiscalizzazioni e aumento della durata delle concessioni sono però nel mirino dell’Unione Europea».

Secondo Balotta è il caso di Brebemi: «Più 7,88% dei pedaggi, di Teem + 1,90% e di Pedemontana +0,90% cioè di nuove autostrade completamente vuote ma talmente garantite che si possono permettere pesanti e ingiustificati aumenti che allontanano la già scarsa utenza. Nel decreto di aumento dei pedaggi di fine anno il ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha ricordato che è stato previsto il “recupero di eventuali incrementi tariffari non riconosciuti negli anni precedenti”. In pratica entro metà anno saranno concessi nuovi aumenti. Il ministero delle Infrastrutture, infine, ha richiesto l’estensione per ulteriori 12 mesi dell’agevolazione tariffaria riservata ai pendolari che utilizzano l’autostrada giornalmente: il sistema è una foglia di fico che era servita per giustificare i pesanti aumenti di due anni fa riconoscendo risibili sconti ai pendolari titolari di Telepass che percorrono almeno sempre gli stessi tragitti almeno 20 volte al mese entro un raggio massimo di 50 chilometri».

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