Tassa di soggiorno, accordo con Airbnb
Ecco cosa cambia per chi ospita

La piattaforma verserà al Comune la quota: «L’obiettivo è anche azzerare il sommerso».

A bilancio - alla voce tassa di soggiorno - Palafrizzoni per quest’anno ha previsto un’entrata di 1,3 milioni di euro da tutto il comparto alberghiero ed extralberghiero. Cifra che a questo punto potrebbe aumentare di almeno 300 mila euro, l’evasione stimata finora per il settore degli affittacamere non professionali registrati su Airbnb, settore in crescita del 36% nell’ultimo anno, con le strutture passate da 514 nel 2017 a 780 nel 2018.

Di questo caso L’Eco di Bergamo si è occupato già due anni fa scovando tutti i dati del portale e stimando l’evasione con una cifra, 300 mila euro appunto, sconosciuta alle stesse istituzioni. Grazie alla geolocalizzazione delle singole case è stato possibile risalire ai cittadini che non prevedevano la tassa di soggiorno nel prezzo. Qui potete trovare l’articolo pubblicato nel luglio 2016 con la mappa del fenomeno Airbnb a Bergamo. Qui invece il monitoraggio del 2017.

Ora non c’è più scampo per gli smemorati (se non proprio furbetti) degli affitti turistici. Grazie all’accordo siglato da Comune e Airbnb (il più grande portale online, presente in 191 Paesi del mondo e in 65 mila città per mettere in contatto persone che cercano un alloggio con altre che dispongono di spazi da affittare), dal 1° giugno sarà la piattaforma a riscuotere automaticamente l’imposta al momento della prenotazione e a versarla poi con cadenza trimestrale alle casse comunali. Come funzionerà? Su L’Eco di Bergamo tutti i particolari dell’accordo.

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