Tetto contante a mille euro
Sale la tassa sulla fortuna

Qualcosa è rimasto nel limbo, come l’inasprimento delle pene per i grandi evasori. Qualcosa si è aggiunto lungo la strada, come la tassa sulla fortuna. Qualcosa è stato confermato, come il piano per industria 4.0. E su altro l’accordo arriverà solo all’ultimo, come sull’abbassamento della soglia per l’uso del contante, che potrebbe scendere da tre mila a mille euro.

L’approdo della manovra in consiglio dei ministri è laborioso, soprattutto per far quadrare le coperture. A conti fatti, potrebbe lievitare un po’, salendo oltre i 30 miliardi. Il grosso delle coperture sarà legato alla flessibilità sul deficit, alla spending rewiew e all’abolizione dei sussidi ad attività dannose per l’ambiente. E un apporto notevole è atteso dalla lotta all’evasione fiscale: la nota di aggiornamento al def mette in conto 7 miliardi, ma al momento le coperture cifrate nella bozza del decreto arrivano a circa 2,7 miliardi, anche se molte misure ancora non sono accompagnate da quantificazioni di gettito. C’è poi l’inatteso tesoretto da 3 miliardi legato al maggior gettito dalle imposte delle partite Iva. Lungo il percorso della manovra, però, anche il capitolo spese è salito, per finanziare o rendere più incisivi alcuni provvedimenti. Per esempio, la nascita del «fondo unico per la famiglia» vale 500 milioni, mentre l’investimento nel taglio del cuneo fiscale è passato da 2,7 a 3 miliardi. Senza considerare l’ipotesi di uno stanziamento di 3,2 miliardi, a regime, per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

Alcuni punti fissi della manovra sono scritti nel decreto fiscale. Il provvedimento, ancora in bozza, indica punto per punto una serie di misure allo studio, con tanto di costo e di resa. Inizialmente si era parlato di nuove tasse su giochi e sigarette. I balzelli sui primi sono già previsti, quelli sulle seconde potrebbero arrivare con la legge di bilancio. Sale intanto la «tassa sulla fortuna»: per slot, Gratta&Vinci e vari tipi di enalotto, il prelievo sulle vincite superiori a 500 euro passerà dal 12% al 15%. Ma è il primo di cinque scaglioni che, in media, alzano la quota che spetta allo Stato: la più alta è quella che prevede di «trattenere» nella casse pubbliche un quarto dei premi da oltre 10 milioni di euro.

Anche la lotta all’evasione fiscale ha degli aspetti legati al gioco. Per incentivare i clienti a chiedere gli scontrini, e i commercianti a emetterli, oltre alla lotteria arrivano i premi a estrazione riservati sia ai consumatori sia ai negozianti, quando per i pagamenti siano state usate carte o bancomat. Le transazioni digitali sono un refrain della manovra, che introduce multe da 30 euro (più il 4% del valore della transazione) per i commercianti e i professionisti che non le accettino. Sempre nel decreto fisco è scritto nero su bianco che la soglia per l’uso del contante scende dalle attuali tremila euro a mille euro. Sul versante entrate, viene confermata la web tax dal 2020, ribattezzata «digital tax», un’imposta del 3% sui ricavi delle multinazionali che offrono servizi o vendono beni on line: porterà in dote come già previsto 600 milioni nel 2020.

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