Traffico di cuccioli anche in Bergamasca
Animali maltrattati: ci sono 11 indagati

Importavano cuccioli dall’Est in condizioni tremende e li rivendevano a caro prezzo: sequestrati oltre 100 cani.

Trasportavano cuccioli illegalmente stipandoli nel bagagliaio senza cibo nè acqua. I carabinieri forestali di Reggio Emilia hanno eseguito tre misure cautelari di divieto di dimora e di espatrio, nell’ambito di un’inchiesta con altri 11 indagati che ha scoperto una presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di animali da compagnia, maltrattamento di animali, frode in commercio, falsità in atti e truffa.

Nell’ambito della stessa attività operativa, con la collaborazione delle Stazioni Carabinieri Forestale della provincia di Reggio Emilia e dei Nuclei Investigativi dei Gruppi Carabinieri Forestale di Reggio Emilia, Piacenza, Ravenna, La Spezia, Grosseto, Bergamo e Milano sono in corso di esecuzione perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di altri 11 indagati, coinvolti a vario titolo negli illeciti commessi in danno degli animali e della pubblica fede. Tra i luoghi sottoposti a perquisizione vi sono tre esercizi commerciali destinati alla vendita di animali vivi, toelettatura e accessori per cani.

I destinatari delle misure restrittive della libertà personale, consistenti nel divieto di dimora in nove regioni del Centro-Nord Italia e nel divieto di espatrio, sono tre persone di cui una donna di 29 anni nativa di Praga e residente a Reggio Emilia, con il ruolo di promotrice dell’organizzazione e, nel ruolo di «partecipi», il coniuge della stessa, 37 anni, di origini napoletane e residente a Reggio Emilia, e il padre di lei, 54enne della Repubblica Ceca.

I provvedimenti giudiziari scaturiscono da un’indagine avviata nell’anno 2017 dai Carabinieri Forestali della Stazione di Reggio Emilia a seguito di varie denunce a carico dei tre soggetti, principali indagati colti, durante controlli su strada, nell’atto di trasportare cuccioli di cani di varie razze pregiate stipati nella parte posteriore dei veicoli senza cibo nè acqua. Si trattava, in particolare, del trasporto di cuccioli di Bulldog francese, Maltesi, Chihuahua e Shiba-inu provenienti da Paesi dell’Est-Europa, sottratti prematuramente alle cure materne, privi di sistemi di identificazione (microchip), passaporti, libretti sanitari e vaccinazioni. I controlli su strada effettuati nel corso degli anni, sia dalla Polizia di Stato che dall’Arma dei Carabinieri, hanno condotto al sequestro penale a carico degli odierni indagati di ben 129 cuccioli di cane illecitamente introdotti nel territorio nazionale.

L’interesse investigativo sulla vicenda si è acuito a seguito di esposti e querele presentate da diversi acquirenti di cuccioli nel reggiano, che riferivano di decessi o malattie dei cani, presumibilmente causate da omesse vaccinazioni. Trattandosi di condotte reiterate e riconducibili agli stessi soggetti, le indagini dei Carabinieri Forestali si sono inizialmente orientate all’individuazione dei luoghi presso cui venivano collocati gli animali in attesa delle vendite, nonché di eventuali ulteriori auto usate per il trasporto e delle utenze telefoniche utilizzate dagli indagati per gli annunci su siti internet finalizzati alla ricerca di clienti interessati all’acquisto. In seguito, attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche protratte per vari mesi, si è chiaramente delineato il quadro criminoso che vede come protagonisti del malaffare i tre soggetti indagati per associazione a delinquere, la cui attività delittuosa avrebbe fruttato circa 500mila euro all’anno.

La rete di vendita organizzata dall’associazione si sarebbe avvalsa di altri 11 soggetti, dislocati in varie aree geografiche dell’Emilia Romagna, Liguria, Toscana e Lombardia, tramite i quali veniva assicurato un incremento degli introiti derivanti dal fruttuoso mercato clandestino delle bestiole, potendo reperire clientela anche attraverso esercizi commerciali già avviati nel settore merceologico degli animali domestici.

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