Tragedia del Vajont, le pagine di storia
E il grande cuore dei bergamaschi

Le pagine de L’Eco di Bergamo che nell’ottobre del 1963 raccontarono la tragedia del Vajont testimoniano il grande cuore dei bergamaschi che donarono piccole e grandi somme alle famiglie di Longarone devastate dalla piena di fango.

«Un altro salvadanaio è stato rotto sulla nostra scrivania da due bambini, Marco ed Enrico, che hanno donato tutti i loro risparmi e non stavano in sé dalla gioia in vista di quanto la loro pazienza aveva potuto raccogliere giorno per giorno, moneta su moneta. Hanno versato fino all’ultima lira per i loro fratellini della valle del Vajont». È solo una delle storie raccolte da L’Eco di Bergamo in quel terribile ottobre del 1963 quando la tragedia del Vajont sconvolse l’Italia intera. Erano le 22.39 del 9 ottobre 1963 quando oltre 270 milioni di metri cubi di roccia precipitarono nel bacino sotto la diga del Vajont sollevando tre onde colossali, che travolsero e uccisero quasi duemila persone. Due onde si schiantarono sulle pareti della vallata circostante. La terza strappò via la strada che coronava la diga e si scagliò a valle, verso Longarone.

Nei giorni successivi L’Eco lanciò una raccolta di fondi per aiutare le popolazioni colpite dalla tragedia. Moltissime persone si fecero avanti: «Leggendo l’elenco delle offerte ci si accorge che ognuna di esse meriterebbe un commento a parte, tanto sono commoventi tutte. Molte, soprattutto, le offerte minute, tanto più preziose e significative, come le duecento lirette che ha portato un redazione quella signora che, non sapendo come si possa nascondere la propria generosità dietro l’anonimato dell’N.N., si è qualificata come una povera donna. I poveri conoscono particolarmente la gioia d8i date, sanno cosa significa un’ora di bufera, capiscono che cosa vuole dire non avere più un tetto, la casa distrutta. I poveri hanno il dono di consolare, e queste duecento lirette hanno il sapore, portano la più grande benedizione di una fraternità».

Ecco la prima pagina de L’Eco di Bergamo il giorno dopo la tragedia.

In questa prima pagina di domenica 13 ottobre il direttore Monsignor Andrea Spada interviene con un editoriale dal titolo «Si inaridisce il cuore di Bergamo?»

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