Treni, i pendolari scrivono alla Regione
«Criticità non risolte, serve un incontro»

Il Comitato Pendolari bergamasco scrive all’assessore Terzi per chieder un incontro. La situazione con la chiusura del ponte di Calusco è peggiorata e le soluzioni adottate non riescono a risolvere i tanti disagi e i disservizi quotidiani.

Ecco il testo della lettera che i pendolari hanno inviato all’assessore ai Trasporti di Regione Lombardia.

Gentile assessore Terzi, volevamo condividere con Lei alcune riflessioni sulla situazione dei viaggiatori colpiti dalla chiusura del Ponte San Michele. Come ben saprà, la chiusura del ponte non ha colpito solo i viaggiatori e i cittadini di Calusco e Paderno ma ha avuto un impatto molto più grande sul territorio sia bergamasco che lecchese. Un impatto che ha peggiorato la qualità della vita delle persone, la gestione quotidiana famigliare, i loro interessi personali ma anche economici. I costi che i cittadini stanno sopportano per questo disagio stanno di gran lunga superando i costi di quella manutenzione straordinaria che un ponte di ormai 130 anni doveva affrontare molto tempo fa ma che è sempre stata procrastinata. Pur avendo in mente che al primo posto ci deve essere la sicurezza dei viaggiatori – sia ferroviari che automobilistici –, la prospettiva di un ritorno alla normalità si avrà forse solo verso la fine del 2020, con la prospettata riapertura ferroviaria della tratta, portando a più di due anni la durata di questo “incubo”.

Fin da subito, come Comitato Pendolari Bergamaschi, ci siamo fatti portavoce delle esigenze dei viaggiatori, soprattutto di quelle persone che utilizzavano la linea Bergamo – Milano via Carnate, ma non solo. A seguito della chiusura, circa 3000 persone si sono riversate sull’altra linea di collegamento tra Bergamo e Milano (via Pioltello), causando un grave affollamento dei treni che soffrivano già di composizioni inadeguate negli orari di punta. Abbiamo interagito sia con Lei che con la struttura tecnica dell’Assessorato in modo costruttivo, portando avanti proposte sempre ragionevoli ed equilibrate. Non siamo rimasti sempre soddisfatti delle misure messe in campo, anche per la lentezza con cui sono state prese. Siamo convinti che si poteva fare qualcosa di più per rinforzare la linea via Pioltello e non fare il passo indietro con la sostituzione del treno delle 7.10. Siamo altresì convinti che almeno un treno aggiuntivo alla sera andava messo. Dall’altro versante, sulla via Carnate, il servizio sostitutivo Terno – Calusco – Paderno che passa dal ponte di Brivio quanto meno garantisce un collegamento sicuro ma molto lento per i viaggiatori delle zone appunto di Terno e Calusco, mentre per chi prende (o meglio prendeva) il treno da Ponte San Pietro o da Bergamo, il giro da Calolziocorte o l’utilizzo della linea via Pioltello è inevitabile.

Una possibilità di miglioramento si è concretizzata con l’attivazione, a partire da settimana scorsa, delle navette che fanno la spola dalle stazione di Calusco e Paderno fino all’imbocco del ponte San Michele, per poter sfruttare la riapertura ciclopedonale. Sicuramente per molte persone questa misura ha costituito una opzione valida per ridurre i tempi di viaggio ma ci permettiamo di segnalare diverse criticità. La prima è costituita dalla mancanza di indicazione delle fermate (e dei relativi orari) degli autobus, sia lato Calusco che lato Paderno.

La seconda criticità è rappresentata dall’orario stesso che non permette ancora agevoli interscambi con i treni Bergamo – Calusco, e quindi penalizza soprattutto quei viaggiatori che non risiedono nelle immediate zone vicino al ponte. Sappiamo bene che è complicato spostare le tracce dei treni, sia lato Paderno – Milano che lato Calusco – Bergamo, e che la normalità potrà ritornare solo a ponte riaperto ma se vogliamo rendere efficace sia l’apertura ciclopedonale che il servizio di navette, bisogna garantire l’effettiva fruibilità del servizio ad un numero maggiore di persone e pensare anche a misure di modifica dell’orario ferroviario.

La terza criticità rimane sempre il sovraffollamento della via Pioltello. Più volte abbiamo ribadito la necessità di un ulteriore treno alla mattina che possa garantire l’arrivo a Milano entro le 8.15. Prima il problema era il materiale rotabile (leggasi Trenord non aveva i treni), poi le tracce (leggasi RFI non voleva scombussolare il nodo di Milano). Il buonsenso vorrebbe che la composizione prevista venisse rispettata ma molte volte non succede nemmeno questo. Anche questa mattina, abbiamo dovuto subire un treno monopiano a 6 vetture. Anche questa sera, la composizione di uno dei treni di maggior utilizzo è di quattro carrozze doppio piano. L’aggiunta di una o due carrozze in più darebbe un po’ di respiro, nel senso letterale del termine, ai temerari viaggiatori della via Pioltello.

Non da ultimo, la mancata erogazione del bonus ferroviario nel mese di aprile. Oltre alla beffa delle roboanti dichiarazioni dell’amministratore delegato di Trenord che ha parlato di una puntualità arrivata al 93% sulla linea Bergamo – Milano via Carnate, i viaggiatori hanno dovuto subire il danno di dover pagare un abbonamento intero per un servizio interrotto (dalla chiusura del ponte). Lei crede che siamo arrivati ad un livello di servizio tale da poter giustificare il pagamento dell’abbonamento intero, come quando la linea funzionava a pieno regime e le persone non erano costrette a impiegarci un’ora – un’ora e mezza in più al giorno per raggiungere il luogo di lavoro e studio?

Noi crediamo di no e ci aspettiamo un ulteriore impegno da parte di Regione Lombardia e da parte di tutti i soggetti coinvolti (in primis Trenord e RFI) per poter tutelare le migliaia di persone colpite dalla chiusura. A tal proposito, Le rinnoviamo la richiesta di un incontro con tutti i soggetti coinvolti per discutere di queste criticità e trovare assieme possibili soluzioni.

Cordiali Saluti,
Stefano Lorenzi
Comitato Pendolari Bergamaschi

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