Treno guasto sulla linea da Brescia
Spostato a spintoni da un altro convoglio

Il video di un pendolare: bloccati per un’ora a Ospitaletto in attesa che il treno guasto fosse rimosso. Lo sfogo: «Altro che treni di ultima generazione».

Un nostro lettore ci segnala una situazione grottesca sulla linea sulla linea ferroviaria che collega Bergamo a Brescia a cui ha assistito giovedì 13 settembre mentre prendeva il treno delle 18 per tornare a casa. Il treno - racconta Andrea Locatelli - si è fermato a Ospitaletto per un guasto non riparabile in tempi brevi. Il capotreno ha fatto scendere tutti i pendolari, tra cui molti turisti diretti a Orio per prendere l’aereo, affinché potesse passare il treno successivo. Fin qui, purtroppo, una storia di ordinari disagi per i pendolari.

«A quel punto Trenord aveva diverse possibilità – racconta Locatelli –: avrebbero potuto mandare una motrice dalla vicina Brescia per trainare il treno defunto. Oppure, avrebbero potuto ripararlo sul posto. Ed infine, come extrema ratio, avrebbero potuto organizzare delle corse in autobus sostitutive. Invece la scelta è stata quella di non fare assolutamente nulla, abbandonandoci sul binario per oltre 90 minuti, ovviamente senza informazioni. ll binario era pieno di turisti stranieri diretti verso Orio, che non capivano nulla di ciò che stava accadendo. Dopo le 19.45 è arrivato un altro treno da Bergamo, che ha faticosamente spinto il treno guasto per circa 100 metri liberando la stazione e permettendo quindi ai treni da Brescia a Bergamo di circolare liberamente». Il treno, come si vede nel video pubblicato su Twitter.

«In sostanza, siamo partiti da Brescia alle ore 18 per arrivare a Bergamo alle ore 21.30 per percorrere 50 km, ed il tutto perché Trenord non solo non è riuscita a riparare il treno guasto, ma neppure ha trovato il modo di dare al catorcio una “spintarella” per qualche centinaio di metri. Quando sento parlare di fantomatici investimenti per l’acquisto di nuovi treni – è lo sfogo del pendolare – mi chiedo sempre che senso abbia affidare risorse nuove a un’azienda che, al netto delle infrastrutture disponibili, non è in grado di erogare un servizio decente».

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