Turni e riposi, in ospedale si cambia
«Così ci sono sale operatorie a rischio»

Turni e riposi, in ospedale si cambia: è entrata in vigore da mercoledì 25 novembre la direttiva europea che impone nuove regole nelle strutture sanitarie pubbliche (riposo di almeno 11 ore tra un turno di lavoro e l’altro, garanzia del riposo settimanale, tetto di 48 ore medie settimanali di lavoro, tetto massimo di 250 ore annue di straordinario).

A Bergamo il Papa Giovanni, l’Azienda ospedaliera «Bolognini» di Seriate e la Treviglio-Caravaggio hanno rivisto il sistema organizzativo sia per i medici sia per il comparto (infermieri, oss, tecnici) ma la «messa a punto» raggiunge la sufficienza sul filo del rasoio. Ovvero, e sono i sindacati a sottolinearlo, basterà che tra il personale qualcuno si assenti per malattia, per gravidanza prima che arrivi la sostituzione, per infortuni, per far «saltare» l’aderenza alle normative.

Di più, aggiunge Roberto Rossi, segreteria Cgil Funzione pubblica: «Restano ancora parecchie aree di sofferenza in alcune unità operative, e in special modo nelle chirurgie: se pure l’emergenza e l’urgenza sono garantite, probabilmente la programmazione dell’utilizzo delle sale operatorie sarà al ribasso». La conferma da Treviglio, dove saranno attive 4 delle 5 sale operatorie per far rispettare i riposi.

La Cgil rimarca che «basterebbe che la Regione convertisse le oltre 200 mila ore di straordinario accumulate nelle tre aziende ospedaliere in disponibilità finanziarie per assumere personale, si arriverebbe ad almeno 100 medici in più».

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