Ubi, Bosatelli: non venderei mai le azioni
Intesa: 4 direzioni regionali, 1 a Bergamo

Il patron di Gewiss e fondatore del Car: «Non voglio svendere un pezzo forte dell’economia bergamasca per poi vederla fatta a pezzi». Ma la partita è tutta da giocare, Ca’ de Sass promette risorse e una rete di 300-400 filiali. Due pagine su «L’Eco» in edicola sabato 22 febbraio.

«Nessuna offerta mi convincerebbe a vendere le azioni Ubi, quella di Intesa è una proposta irricevibile anche per le modalità con cui è stata fatta, una questione di stile. Non voglio svendere un pezzo forte dell’economia bergamasca per poi vederla fatta a pezzi». Domenico Bosatelli, numero uno di Gewiss, parla «assolutamente a titolo personale perché non voglio convincere nessuno». A margine della conferenza stampa per aggiornare l’avanzamento del progetto Chorus Life, ha accettato di commentare la scalata di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca. L’imprenditore, primo socio di Ubi (con la holding Polifint detiene 2,8% del capitale), è fondatore del Car, il Comitato azionisti di riferimento (oggi aggrega il 17,8% del capitale sociale della banca) che ha bollato senza mezzi termini come «irricevibile» l’Offerta di scambio volontario di azioni fatta dal vertice di Ca’ de Sass.

Ma la partita è tutt’altro che chiusa. Intesa Sanpaolo, dopo il secco no arrivato giovedì dal Car, gioca la carta del radicamento sul territorio lasciando trapelare alcuni dettagli del suo piano di integrazione. Prevista – secondo indiscrezioni raccolte dall’agenzia di stampa «Ansa» – la creazione di quattro nuove direzioni regionali a Bergamo, Brescia, Cuneo e Bari, ciascuna con grande autonomia, risorse e una rete di circa 300-400 filiali. Da quanto si apprende le nuove quattro direzioni avranno sede negli edifici storici delle Banche che hanno dato vita al Gruppo Ubi: a Bergamo nell’edificio di piazza Vittorio Veneto, a Brescia in quello di via Cefalonia, la direzione di Cuneo avrà sede in piazza Europa, mentre quella di Bari in corso Italia.

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