Univa l’arte all’architettura
Morto Sergio Invernizzi

«Era un architetto a cui piaceva far collaborare anche gli artisti alle sue realizzazioni. Amava immensamente il suo lavoro, la vita e le cose belle». Matteo è il figlio dell’architetto Sergio Invernizzi, deceduto mercoledì all’età di 92 anni. È anche lui architetto e ora porta avanti lo studio «Architetti Invernizzi», fondato dal padre nel 1962, che si trova in viale Vittorio Emanuele II al civico 27.

Sergio si era laureato al Politecnico di Milano nel 1948 e, dopo aver vissuto in varie città durante la sua gioventù, era tornato a Bergamo (sua città di nascita) in via Garibaldi, dove aveva sempre abitato insieme alla moglie Ornella (deceduta un anno e mezzo fa). Aveva iniziato a lavorare con suo zio, l’ingegnere Michele Invernizzi, sempre a Bergamo per poi aprire un suo studio. Lascia tre figli: Matteo di 62 anni, Barbara di 60 anni (che collabora anche lei come agronoma e architetto del paesaggio con lo studio «Architetti Invernizzi») e il cinquantasettenne Rocco (medico), oltre a sei nipoti. «Era una persona di poche parole – ricorda il figlio Matteo –, appassionato del suo lavoro. Si era formato nel dopoguerra, un periodo molto vivo nel quale aveva frequentato molti amici architetti e pittori a Milano». Sergio è stato anche uno dei fondatori dell’Ordine degli Architetti di Bergamo. L’attuale presidente, Gianpaolo Gritti, a nome degli architetti bergamaschi, lo ricorda con affetto: «Una figura di riferimento dell’architettura del secondo Novecento».

Tra i suoi progetti: aveva curato tutti gli insediamenti della Siad di Bergamo e da giovane la sede di Bonaldi, oltre a molte abitazioni civili. Suo anche il progetto dell’edificio al civico 27 di viale Vittorio Emanuele, dove si trova il suo studio.

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