Vaccini per i dipendenti dell’ospedale
Meningite, «molti casi recenti evitabili»

La farmacia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha acquistato tutte le dosi di vaccino antimeningococcico richieste da Ats Bergamo, che le distribuisce alle Asst e ai medici e pediatri del territorio per supportare l’attività di vaccinazione straordinaria nella zona del Basso Sebino.

Lo rende noto lo stesso ospedale. Il Papa Giovanni ha anche assicurato la propria collaborazione all’Asst Bergamo Est: i medici del Servizio Prevenzione, Autorizzazioni e Certificazione e dell’Unità Malattie infettive e gli infermieri dei servizi territoriali hanno affiancato e affiancheranno i colleghi per garantire gli ambulatori straordinari aperti nel fine settimana. «Per i propri dipendenti che risiedono nei Comuni del Basso Sebino - evidenzia una nota dell’azienda -, al Papa Giovanni è stato attivato un ambulatorio a cui sarà possibile accedere gratuitamente e senza appuntamento dal 13 al 24 gennaio.

Parallelamente, è consigliata anche ai pazienti ricoverati che risiedono nei comuni interessati di eseguire la vaccinazione in ospedale, prima della dimissione».

Riguardo ai casi di meningite verificatisi in provincia di Bergamo, «non è giustificata alcuna forma di allarmismo» ma «molti sarebbero stati evitabili se le persone colpite si fossero preventivamente vaccinate». La vaccinazione dei bambini, attualmente raccomandata e non inclusa tra le obbligatorie, infatti, «è ancora lontana dall’ottenere una copertura soddisfacente». Così Massimo Galli, past president della Società Scientifica Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit).

Il meningococco è trasmesso per via aerea, resiste poco nell’ambiente esterno e viene pertanto ’passatò da una persona all’altra per contatti stretti facilitati da ambienti chiusi ed affollati. «Da qui la maggior frequenza di casi nei mesi invernali: gennaio è costantemente il mese con più segnalazioni», spiega Galli. Nel 2018, spiega Galli, «i bambini di due anni che in Italia risultavano vaccinati per il meningococco C erano sotto l’85%. Una più ampia copertura vaccinale nei bambini porterebbe anche alla riduzione della circolazione dei meningococchi tra gli adulti».

Inoltre, in caso di focolai epidemici da meningococco C, come quello in corso, «è opportuno ’rafforzarè la vaccinazione - conferma il presidente della Simit, Marcello Tavio - le raccomandazioni internazionali lo prevedono in particolare quando in un’area ristretta l’incidenza risulta superiore a 10 casi per 100mila abitanti nell’arco di tre mesi». Ed è quanto le autorità sanitarie stanno facendo nell’area interessata dal focolaio attuale nella popolazione fino a 11 anni. Gli anziani, infatti, «non necessitano di vaccinazione, poiché essendo stati più volte a contatto con il batterio nel corso della loro vita, è verosimile che si siano spontaneamente immunizzati. I casi di meningite invasiva da meningococco sono infatti assai rari dopo i 50 anni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA