Veleni nelle scorie d’acciaieria
Nel mirino una ditta di Rogno

Secondo gli inquirenti, il gruppo Visinoni era la capofila dell’associazione insieme ad una ditta bresciana. Ai domiciliari il titolare.

Sono la Montini di Sabbio Chiese e il gruppo Visinoni di Rogno le due società ritenute capofila dell’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti pericolosi e inquinamento (contestato per la prima volta da quando è configurato come reato) scoperto dai carabinieri del Ros di Brescia. Dodici le persone indagate, cinque finite ai domiciliari e una in carcere. «Vi era un patto scellerato tra chi raccoglieva il materiale di scarto delle fonderie che conteneva sostanze pericolose e chi trasportava» ha spiegato il Procuratore capo di Brescia, Tommaso Buonanno. «Stiamo parlando di persone più pericolose dei narcotrafficanti» ha aggiunto il procuratore aggiunto Sandro Raimondi, titolare dell’inchiesta. I rifiuti contenevano Pcb e Nichel.

Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Brescia sul traffico di rifiuti illeciti è finito in carcere Roberto Montini, dipendente dell’omonimo gruppo bresciano, mentre per il figlio Nicolas sono stati disposti gli arresti domiciliari così come per Maurizio Visinoni, titolare del gruppo bergamasco, Rudi Tonni, Floriano Angelo Borra e il veronese Angelo Carugati. Questi ultimi tre ricoprivano il ruolo di classificatori, davano cioè l’ok all’ingresso in fonderia di materiali pericolosi.

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