Venti banche dati per scovare i furbetti
Guardia di Finanza, recuperati 312 milioni

Grazie all’incrocio di questi archivi i militari della Guardia di Finanza sono riusciti a recuperare 312 milioni di euro. La stima sull’Iva è di 144 milioni.

Ce n’è una per ogni tipo di attività svolta da aziende e contribuenti; il loro compito è quello di incamerare più informazioni possibili, per poterle poi restituire agli investigatori della Guardia di Finanza, che da un decennio a questa parte ne hanno fatto un partner imprescindibile per controlli e accertamenti. Sono in tutto 20 e sono le banche dati che le Fiamme Gialle utilizzano ormai quotidianamente per scovare le attività illecite messe in campo sul territorio, dalle frodi fiscali al riciclaggio, dal mercato del gioco illegale, fino ai più gravi episodi di criminalità organizzata.

Ognuna di queste ha un nome e una funzione specifica ed è proprio dall’incrocio delle informazioni di due o più banche dati, che i militari della Finanza riescono ad individuare gran parte delle attività illecite. Nel 2017 in provincia di Bergamo (i dati sono riferiti al 2017), la lotta all’evasione e alle frodi fiscali ha portato al recupero di oltre 312 milioni di euro, e a una stima su imposte dirette e Iva non pagate per 144 milioni. Quaranta i casi di frodi all’Iva individuati e 41 gli episodi di evasione fiscale internazionale, che hanno portato alla denuncia di 361 soggetti e all’individuazione di ben 132 evasori totali.

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