«Volevo spaventare Fulvio, non ucciderlo
Accidentale il colpo partito dalla pistola»

Sono tutti legati a doppio filo alla Bergamasca – a Seriate, Dalmine e Treviolo – i protagonisti, loro malgrado, della lite sfociata in omicidio, domenica notte in una casa di San Benedetto Po, nel Mantovano.

A partire dalla vittima, Fulvio Piavani, 44 anni il prossimo 16 novembre: era nato a Seriate, dove aveva lavorato fino a una decina di anni fa. Sua mamma Anna Maria Congiu, 66 anni, è originaria del Cagliaritano ma ha vissuto fino al 2004 a Dalmine. Il suo compagno, il settantaseienne Roberto Michelini, ora in carcere con l’accusa di omicidio volontario, è nativo di San Benedetto Po, ma dal 1965 al 2004 ha vissuto a Treviolo. «Non lo volevo uccidere, non l’ho fatto apposta: volevo soltanto spaventarlo, mostrandogli la pistola. Poi c’è stata la colluttazione ed è partito il colpo...». Proprio Michelini così si è giustificato con il suo avvocato, Roberto Gozzi, che ieri lo ha incontrato in carcere a Mantova. Domani comparirà davanti al gip per l’udienza di convalida dell’arresto.

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