Sarnico e Clusane, lago in secca
C’è il rischio di dover dragare i porti

Se non piove, vanno scavati i fondali ai pontili di Sarnico e Clusane. In ritardo di un mese la risalita del livello, che ora è ai minimi storici.

L’esatto contrario dell’anno scorso, uguale a tre anni fa. Il livello del Sebino vicino ai minimi di guardia preoccupa non solo gli agricoltori della pianura, ma soprattutto chi, sul lago, vive e lavora ogni giorno. È il caso dei pescatori e del comparto della nautica, che comprende porti e pontili, battelli e motoscafi, sportivi e turisti.

Un anno fa i mesi di marzo e aprile erano stati caratterizzati da continue e abbondanti precipitazioni che avevano portato il Sebino ad salire e a maggio si era parlato addirittura di rischio esondazione. Oggi basta gettare uno sguardo al lago per notare una striscia biancastra alta un metro che fa il giro della sponda solitamente sommersa dall’acqua, passaggi asciutti e spiagge più profonde del solito.

La navigazione insomma per ora ha «tenuto botta» ma rischia di andare in crisi nel giro di sette/dieci giorni: «Se non dovesse ricominciare a piovere – aggiunge Agostini – saremo costretti a dragare il fondale del porto di Clusane e di Sarnico, che sono i più bassi di tutto il Sebino, per far arrivare i battelli ai pontili». «È un’operazione, questa – aggiunge Giuseppe Faccanoni, presidente dell’Autorità di bacino dei laghi d’Iseo, Endine e Moro – che compiamo normalmente ogni due o tre anni: per ovviare al problema delle secche, abbiamo dovuto creare dei veri e propri canali che devono però essere tenuti puliti. E questo ha ovviamente dei costi».

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