Qui Zagabria, che ricordi su questo campo. I caschetti, e il rigore di Evair...

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Il rigore di Evair sul campo, i caschetti azzurro-blu da cantiere dei tifosi bergamaschi in tribuna. Il ritorno a Zagabria, 29 anni dopo la sfida di Coppa Uefa, riporta alla mente i momenti decisivi di quella formidabile trasferta. L’imminente disgregazione dell’allora Jugoslavia nel calcio aveva simbolicamente preso il via pochi mesi prima, con quella Dinamo Zagabria-Stella Rossa Belgrado che è nella storia per il calcio di Boban a un poliziotto che stava malmenando un tifoso croato. E in quell’ottobre tesissimo i 400 bergamaschi arrivati a Zagabria tutti con caschetti azzurro-blu da cantiere in testa (all’andata c’erano stati incidenti) stupirono tutti.

Lo stupore s’è poi trasferito sul campo, quando pochi minuti dopo il vantaggio della Dinamo (Boban al 9’ st, su punizione) l’arbitro Kirschen, un tedescone tutto d’un pezzo, ha concesso all’Atalanta un rigore diciamo generoso per un volo di Caniggia. E qui ecco la storia nella storia. Per battere quel rigore sono serviti due minuti, durante i quali i giocatori di casa hanno fatto il possibile per innervosire Evair, incaricato del tiro. Il portiere Ladic sembrava tarantolato, assecondato da diversi suoi compagni gli girava intorno urlando.

Poi però, al momento del tiro, il numero uno della Dinamo s’è piazzato sulla linea di porta, immobile. Evair – rigorista formidabile perché calciava solo dopo aver visto da che parte si tuffava il portiere – arrivato sulla palla si è fermato, protestando con l’arbitro perché il portiere si stava muovendo. In realtà era vero il contrario, e lui aveva preferito non tirare. Psicologia. Efficace al punto che Ladic per quell’episodio, sentendosi preso in giro, ha completamente perso la sua calma (apparente). E sulla seconda rincorsa il portiere croato, agitato, si è tuffato in largo anticipo, permettendo così al bomber brasiliano di piazzare la palla sul palo opposto con un tiro debolissimo e beffardo. 1-1 al 15’, Atalanta poi capace di resistere e alla fine qualificata grazie alla freddezza del grandissimo Evair. Uno dei rigoristi più sopraffini visti in nerazzurro.