Allegri, Adani e l’importanza dei numeri anche nel calcio

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Nel dopo partita del derby di Torino, Massimiliano Allegri è tornato a parlare con Lele Adani facendo un lungo monologo (in parte anche condivisibile) buttando li qualche numero delle gare disputate dalla sua Juventus, per dimostrare che poi il calcio è fatto di altre cose e richiamando (soprattutto le giovani leve di allenatori) a valori di campo più «tradizionali». Adani gli ha risposto (a mio modo di vedere correttamente) che esiste più di un livello di comprensione di una partita, ricordando che nel calcio alcune situazioni sono opinabili (e quindi non hanno un padrone) e che i numeri (se ben usati) forniscono un supporto (validazione) alla comprensione della gara stessa.

I numeri citati da Allegri

Ma che numeri ha usato Allegri e dove (a mio parere) ha commesso un errore?

Allegri ha citato il possesso palla dei bianconeri in 3 precise gare : la gara vinta a Madrid lo scorso anno (41,52%), la gara disputata ad Amsterdam e pareggiata per 1:1 (38,59%), la gara di ritorno contro l’Ajax persa per 2:1 (52,09%). L’errore di fondo (ribadisco, sempre a mio parere) è aver citato una metrica sola (il possesso palla) senza correlarla ad altre statistiche.

Il dato che riguarda il possesso palla (usato da solo) di per sé ci dice poco. Facciamo un esempio con due situazioni differenti. Una squadra potrebbe avere avuto un possesso palla pari al 60% in due gare diverse, entrambe perse. Nella prima gara, il possesso palla è maturato gestendo una situazione di svantaggio «favorevole» (sconfitta di misura in una gara andata e ritorno che consente alla squadra citata di passare il turno). La seconda in una gara persa in campionato.

Perché quindi quel dato così espresso non ci dice nulla? Quel dato per prendere valore dovrebbe essere legato ad altri dati e così scopriremmo magari che nella prima situazione, il possesso palla potrebbe essere stato esercitato nella propria metà campo (gestione del tempo), e che a quel tipo di possesso non è seguito un gran numero di tiri ecc.ecc.

Nel secondo caso noteremmo probabilmente il contrario, ovvero un possesso esercitato nella metà campo avversaria, con un incremento dei tiri e degli xG ecc.ecc.

Le gare citate dallo juventino

Quindi vediamo di inquadrare meglio le gare citate da Allegri. Nella gara di Madrid dello scorso anno, ad un possesso del 41,52% e con un baricentro molto basso, la Juventus aveva prodotto 10 tiri (nella maggior parte dei casi frutto di rapidi contropiedi) con xG pari a 1,89 e una precisione dei passaggi superiore all’84%. Nella gara pareggiata contro l’Ajax ad Amsterdam, ad un possesso del 38,59% la Juventus ha prodotto solo 7 tiri (di cui 1 solo nello specchio della porta) e xG pari a 0,48. In questa gara la precisione dei passaggi è scivolata all’80%. Nella gara di ritorno a Torino, ad un possesso pari al 52,09%, la Juventus ha tirato 10 volte (solo 2 nello specchio della porta) ha prodotto solo 0,62 xG e la precisione dei passaggi è stata di poco superiore all’81%.

Già con questi dati è possibile inquadrare meglio la situazione. A Madrid la Juventus giocò la gara «perfetta». Poco possesso e contenimento dell’avversario (il Madrid tirò 14 volte producendo 2,99 xG) e rapide e precise ripartenze. Contro l’Ajax in entrambe le gare (pur con possessi palla differenti) ha sofferto il gioco (e la pressione) dei lancieri (evidenziata dalla scarsa precisione dei passaggi eseguiti correttamente e da altre metriche), a cui è seguita una scarsa produzione offensiva. L’Ajax all’andata ha prodotto 17 tiri (6 in porta) e xG pari a 1,3. Nella gara di ritorno ha tirato 14 volte (4 in porta) ma creando occasioni molto più pericolose (xG 2,36) sfruttando gli ampi spazi offerti dalla Juventus.

In tutte queste gare, a possessi palla differenti, sono seguiti dati riguardanti tiri, xG prodotti e concessi, precisione dei passaggi ecc.ecc. al di sotto delle medie stagionali dei bianconeri.