A 30 anni dalla morte di P. Lombardia
Una biografia di Raffaele Iaria

Trent’anni fa, il 14 dicembre 1979. a Rocca di Papa, moriva Padre Riccardo Lombardi s.j., protagonista di una delle pagine più dense della storia della Chiesa (e non solo) della seconda metà del XX secolo. L'avvenimento sarà ricordato in tutto il mondo con una serie di celebrazioni eucaristiche promosse dal Servizio di Animazione Comunitaria per un Mondo Migliore che dalla sua morte porta avanti il progetto iniziato dal sacerdote gesuita.

A Roma sarà mons. Josef Clemens, Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici a presiedere, il 13 dicembre, a Roma, alle ore 18,30, una solenne celebrazione Eucaristica nella Parrocchia di Santa Maria in Traspontina (Via della Conciliazione, 12), preceduta alle 17,00 da una conferenza del giornalista Giancarlo Zizola sul tema “La riforma della Chiesa e la sfida del Regno nella ricerca di Padre Riccardo Lombardi: attualità di un presagio”. Nato a Napoli il 28 marzo 1908 da famiglia piemontese, P. Lombardi entra da giovanissimo nella Compagnia di Gesù e viene assegnato, dopo il periodo di formazione, al Collegio degli Scrittori della Civiltà Cattolica.

Nel 1938 il suo momento di svolta con l'impegno a predicare prima nelle università e poi nelle piazze italiane invitando tutti alla conversione personale e collettiva e trovando, ovunque, vasti consensi. Il momento più visibile della sua predicazione si svolge per tutta l’Italia, anche via radio, in un momento particolarmente critico per il nostro Paese: il periodo tra le elezioni della Costituente nel 1946, e quelle politiche del 1948. Lo scenario era dominato dallo scontro diretto tra la Democrazia Cristiana (DC) e il Partito Comunista Italiano (PCI). La posta in gioco era la leadership politica e morale della repubblica nascente. In mezzo a queste lotte, nel ’48 prese forma la serie più famosa di predicazioni di Lombardi, la così detta "Crociata della Bontà", in cui veniva annunciato, ad un'Italia messa in ginocchio dalla guerra e profondamente dilaniata e divisa, il bisogno di amore e riconciliazione come presupposto per voltare pagina e costruire una nuova civiltà, centrata su Gesù e non su regimi totalitari e sanguinari.

L'impegno e l'attività del gesuita era seguito attentamente da Papa Pio XII che, nel febbraio del 1952, pronunzia il famoso proclama per "un mondo migliore". In padre Lombardi “troviamo l’idea che per costruire un mondo nuovo, umano, giusto, è necessario l’apporto vitale del cristianesimo”, spiega lo storico Andrea Riccardi nella prefazione al volume del giornalista di origine calabrese Raffaele Iaria “Per un mondo nuovo. Vita di padre Riccardo Lombardi” (Ancora) in uscita in questi giorni. La sua attività per l’annuncio del Vangelo porta Padre Lombardi a formare un gruppo di animazione comunitaria presente oggi in Italia ed in una trentina di paesi del mondo con molti membri tra vescovi, sacerdoti diocesani, religiosi, diaconi permanenti, religiose, e laici che promuovono varie forme di animazione tra cui i progetti pastorali che coinvolgono milioni di persone in circa cento diocesi del mondo. I suoi membri sono espressione delle diverse vocazioni presenti nella Chiesa ed ognuno di loro conserva l’appartenenza alla propria condizione e comunità di origine la cui vocazione è chiamato ad esprimere nel gruppo. L'idea di fondo che guidò padre Lombardi e che oggi guida i suoi seguaci era quella di recuperare una visione di Chiesa che fosse coerente con la dottrina del Vaticano II.

L'obiettivo - spiega il direttore del gruppo italiano, don Enzo Caruso - è quello di raggiungere tutti col messaggio del Vangelo, mettere tutti in movimento in un cammino sistematico di ricerca e di fede, ossia in un "catecumenato di popolo", che non sia più solo un cammino individuale, privato, intimista e soggettivo. I progetti principali, tra cui quello per la diocesi e quello per la parrocchia, si prefigge di creare tante strutture quante necessarie a creare gli spazi necessari al coinvolgimento di tutti e alle riscoperta ciascuno del proprio ruolo nella Chiesa.

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