Donizetti, la stagione di Prosa
riprende con «Zio Vanja»

La stagione di Prosa del Teatro Donizetti riprende, dopo la pausa natalizia, proponendo un grande classico di tutti i tempi. Dal 12 al 17 gennaio 2010 va in scena «Zio Vanja» di Anton Cechov, adattamento originale di Gabriele Vacis e Federico Perrone, regia di Gabriele Vacis con Eugenio Allegri, Laura Curino, Paolo Devecchi, Michele Di Mauro, Lucilla Giagnoni, Davide Gozzi, Alessandro Marchetti, Laura Panti e Francesca Porrini.

Zio Vanja, uno dei capolavori assoluti del teatro cechoviano, scritto nel 1897 e rappresentato per la prima volta nel 1899 al Teatro dell’Arte da Stanislavskij, porta in scena personaggi un po’ bislacchi. A cominciare dall’omonimo protagonista, che ha consumato la sua vita e, forse, il suo talento ad amministrare la tenuta, sperduta nell’arretrata provincia russa, della sorella morta insieme alla nipote Sonja. A loro si affianca il dottor Astrov, appassionato difensore di foreste, che tanto rispecchia le esperienze di Cechov, il quale per anni fu medico di campagna.

L’arrivo della coppia cittadina composta da Serebrjakòv, professore in pensione e padre di Sonja, e dalla giovane moglie Elena rompe gli equilibri dei rapporti tra gli eccentrici ma operosi Vanja, Sonia e Astrov. Se il borioso accademico pieno di malanni irrita, con il suo egocentrismo, la pigra bellezza di Elena, pure risveglia in tutti desideri perduti e rivela a ognuno qualcosa di se stesso: Vanja scopre di essere vecchio e che la sua vita è finita, Sonja scopre che è brutta e che non sarà mai amata, Astrov che la sua fatica giornaliera forse non ha senso.

I personaggi di Anton Cechov hanno già tutto il disincanto di quelli di Beckett, ci dice Gabriele Vacis, regista dello spettacolo. Ma se nell’autore inglese essi risultano sospesi in uno spazio astratto, nelle opere dello scrittore russo i personaggi «vivono in una condizione che ha ancora un’oggettività, vedi i loro rapporti reali e quotidiani, conducono una vita concreta». Sono figure labili, che popolano una scena che sembra vista in lontananza, come in una vecchia fotografia.

Nata da un’idea di Roberto Tarasco, la scena appare come uno spazio fortemente evocativo “abitato” da resti, che sono ciò che rimane di vite passate: alberi e radici rinsecchiti che scendono dalla soffitta, un andare e venire di oggetti legati a ciò che si è stati e che non si è più - armadi, tavoli, tappeti, sedie -, accompagnati da una partitura di suoni fatta di richiami d’uccelli, parole smozzicate, canzoni a mezza voce, gli uni e gli altri simbolo di qualcosa che ormai se ne è andato, ma che ancora ci appartiene. Una messinscena in cui «tutto risulta più ovattato, più attutito, in cui le cose e i personaggi sembrano calati in una vaga trasparenza di memoria», come scrive il critico teatrale Renato Palazzi.

A far rivivere sulle scene questo testo intenso e ancora fortemente attuale, qui nella versione più asciutta e colloquiale che David Manet realizzò per il film di Louis Malle, Vanja sulla 42^ strada, il Laboratorio Teatro Settimo diretto dallo stesso Gabriele Vacis, che per l’occasione è tornato a lavorare con il suo consolidato gruppo di attori: Eugenio Allegri, Laura Curino, Lucilla Giagnoni e Michele Di Mauro. Recite al Donizetti da martedì 12 gennaio a sabato 16 gennaio alle ore 20.30; domenica 17 gennaio alle ore 15.30. Costo dei biglietti da euro 10.00 a euro 28.00 più diritto di prevendita del 10%.

Con il mese di gennaio riprendono anche gli incontri di approfondimento organizzati a corredo degli spettacoli in cartellone. In particolare, gli attori della compagnia incontreranno il pubblico nel Salone Riccardi del Teatro Donizetti venerdì 15 gennaio alle ore 18.00. L’ingresso all’incontro è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni sugli spettacoli e sugli incontri: tel. 035.4160678 da lunedì a venerdì 9.00-12.00 e 15.00-17.00 www.teatrodonizetti.it

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