Irene Grandi: «A Sanremo porto
un brano tutto rock e sentimento»

Dopo tre anni di assenza, Irene Grandi torna a Sanremo. E torna con la voglia di riscatto da quando la commissione del Festival bocciò «Bruci la città», che poi divenne il suo più grande successo

Sanremo, finalmente. Tre anni dopo essersi vista bocciare dalla commissione selezionatrice del Festival con Bruci la città, divenuto per ironia della sorte il suo più grande successo commerciale di sempre, Irene Grandi torna tra le rose e le gardenie del Teatro Ariston con tanta voglia di riscatto. La sua ultima partecipazione, nel Duemila con La mia ragazza sempre di Vasco Rossi, le regalò un lusinghiero secondo posto. Naturale che stavolta voglia puntare a qualcosa di più.

E per attrezzarsi a dovere richiama in servizio Francesco Bianconi dei Baustelle, autore già di Bruci la città, che le confeziona su misura La cometa di Halley, un pezzo «tutto giocato su uno straordinario equilibrio tra rock e sentimento, che coi suoi ritmi serrati e un testo commovente lascia una sensazione di carica e di energia». Per duettarlo nella serata di venerdì, dedicata alle collaborazioni, Irene ha chiamato Marco Cocci, suo poliedrico amico pratese in bilico tra musica e cinema. Oltre ad essere la voce dei Malafunk, infatti, Cocci ha sulle spalle una solida carriera d'attore, cominciata grazie a Paolo Virzì e al suo Ovosodo.

Ora è in tutte le sale con Baciami ancora di Muccino. «Ho deciso di puntare su Marco perché Sanremo è una grande festa da vivere con gli amici e lui, prima di essere un attore e una bella voce rock, è una delle persone con cui mi piace di più passare il tempo». Irene dice di sentirsi in buona compagnia quest'anno al Festival. «Ho avuto modo di apprezzare le canzoni di Enrico Ruggeri e di Nino D'Angelo, mentre quelle dei giovani mi sono piaciute meno. Peccato solo che Morgan non possa essere della partita. Con le sue dichiarazioni sulla cocaina ha sbagliato, ma vederlo messo in croce dai media non è stato un bello spettacolo».

Poco convinta invece della partecipazione di Povia col pezzo su Eluana Englaro. «L'hanno scelto apposta per fargli esprimere questo suo personalissimo punto di vista. Ma parlare di argomenti tanto delicati a Sanremo non è di buon gusto». Poco convinta pure sulla partecipazione di Emanuele Filiberto di Savoia con Pupo. «Da cantante dico che il principe con la musica non c'entra proprio nulla, ma fa ascolti e questo basta agli organizzatori. D'altronde si sa che Sanremo è innanzitutto un grande evento mediatico in cui la canzone rimane sempre un po' schiacciata da altre esigenze».

Per capitalizzare le fortune festivaliere de La cometa di Halley Irene pubblica pure un nuovo album, Alle porte del sogno, il primo d'inediti da cinque anni. «Ci hanno lavorato miei collaboratori fidati come Pio Stefanini, ma anche amici quali Gaetano Curreri degli Stadio o il poeta Alfredo Vestrini per legare con un filo d'ottimismo 11 canzoni piene di energia e di vita, che spero di proporre in estate qua e là per la penisola senza disdegnare qualche festival in cui liberare la mia anima più dichiaratamente rock».

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