Bergamo Film Meeting
Vince il finlandese «Thomas»

E così l'ultimo dei sette film in gara si è aggiudicato il primo premio. Il vincitore di questa ventottesima edizione di Bergamo Film Meeting – Mostra internazionale del cinema d'essai è risultato infatti il film «Thomas» del regista finlandese Miika Soini. Al secondo posto si è piazzato il film italiano «La piccola A» di Salvatore D'Alia e Giuliano Ricci, mentre il posto d'onore è occupato dal film croato «Kenjac» («Somaro») di Antonio Nuic. I film sono stati votati dal pubblico.

Sul filo di lana, quindi, il film finlandese scalza l'italiano che, fino a prima della proiezione di «Thomas», era quello che aveva intercettato il maggior numero di voti e anche l'applauso più convinto al termine della proiezione. Ma va bene così, perché per quanto «La piccola A» ci avesse convinto sia sul piano narrativo sia su quello contenutistico, «Thomas» possiede però una marcia in più.

Siamo un po' dalle parti di quel cinema laconico alla Aki Kaurismäki, grande conterraneo di Miika Soini, quel cinema apparentemente fatto di niente, con scarni dialoghi, immagini spesso fisse, pochi personaggi per lo più taciturni come si confà alla natura nordica. Poi però si scopre che dietro quei silenzi, quelle mezze parole, quell'apparente staticità, brulica un mondo dove improvvisamente, per esempio, irrompe la morte (la sequenza venata da un sulfureo humour nero della morte del fratello del protagonista), dove sotto la superficie si nascondono traumi ed eventi sconvolgenti.

Che emergono però, in linea con lo stile della pellicola, distillati e centellinati sobriamente. Un film dove si adombra il fantasma dell'eutanasia (l'ottuagenario medico protagonista aveva posto fine alle sofferenze della moglie ed era stato condannato), dove i rapporti umani sono sfilacciati e quelli familiari disastrati. Il tutto raccontato con un sobrietà esemplare, una signorilità di sguardo cristallina, una delicatezza e una pietas notevoli. Un piccolo film, certo, che però ha saputo conquistare la platea del Meeting crediamo proprio per una sua certa grazia minimalista, l'ottima interpretazione, la bella colonna sonora.

De «La piccola A» abbiamo già ampiamente riferito: confermiamo solo la sensazione provata in sede di proiezione di un film fresco e intelligente, attento ai temi e ai problemi della contemporaneità con una bravissima Lucia Vasini e un intelligente sguardo sul disagio psichico.

Ci sta tutto, crediamo, anche il premio al film serbo. In «Kenjac» di Antonio Nuic, un tema forte come quello della guerra nei Balcani è affrontato sublimandolo intelligentemente attraverso i conflitti della famiglia di Boro, il protagonista della pellicola. Durante una breve vacanza in campagna, dal nonno, Boro e i suoi riusciranno a dipanare quella matassa di rancori e incomprensioni che da troppi anni aleggiava sulla loro famiglia. Vi riescono anche grazie alla presenza del piccolo somarello Ricky: una presenza innocente e umile che con la sua grazie tocca il cuore degli adulti.

Si sono conclusi anche gli incontri collaterali al programma del Festival, l'ultimo dei quali ha ospitato lo scrittore Niccolò Ammaniti, che ha parlato del suo rapporto tra cinema e letteratura. Mette subito in chiaro una cosa l'autore di «Io non ho paura» (libro portato sullo schermo da Gabriele Salvatores), cioè che «ama molto il cinema ma preferisce la letteratura».

Lo scrittore romano ha poi raccontato alcuni aneddoti relativi alla sua collaborazione su un paio di set cinematografici; ha vantato la «scoperta» artistica di Beppe Fiorello (Fiorellino, il fratello del più famoso Fiorello), conosciuto su una spiaggia di Riccione mentre sorgeva un alba felliniana e si smaltivano i fumi della notte folle in discoteca. Un incontro informale, simpatico e molto seguito dagli spettatori, anche se che «da un brutto romanzo si possono ricavare bei film e viceversa» forse lo sapevamo già.

Cala quindi, con le proiezioni della giornata di domenica, il sipario su questa edizione 2010 di Bergamo Film Meeting, giornata che però riserva ancora numerose sorprese: la proiezione di alcuni film capolavoro di cui abbiamo parlato sabato e, al Meeting Point di fronte all'Auditorium, organizzato dall'Associazione Milano Nera, un workshop intitolato «Recitare il noir: Jean Gabin, un mauvais garçon, tra naturalismo e poesia» con Sergio Scorzillo, attore e drammaturgo (dalle 15,30 alle 18,30, ingresso libero).
 Andrea Frambrosi

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