Rod Stewart a L'Eco di Bergamo:
«A Verona spettacolo stravagante»

James Brown l'ha definito «il miglior cantante bianco di musica soul», Elton John ha detto di lui: «Non è secondo a nessuno tra i cantanti di rock'n'roll che ho sentito». Parliamo di Rod Stewart: tanti dischi alle spalle, un successo inossidabile. Rod torna in Italia per un solo concerto, il 21 giugno all'Arena di Verona (biglietti disponibili a 42, 65 e 90 euro + prevendita). Ugo Bacci lo ha intervistato per L'Eco di Bergamo, ecco un'anteprima.

Torna a cantare in Italia dopo otto anni, con che tipo di spettacolo?
«Sarà uno spettacolo stravagante, stupendo, brillante. Due ore non stop di intrattenimento, con tutte le canzoni che voi italiani vorrete ascoltare».

I quattro volumi di American songbook hanno avuto grande successo in America. Come la convinse Clive Davis a tentare l'impresa? A Verona canterà qualcosa di quel celeberrimo repertorio?
«Non è stata idea di Clive, bensì mia. In quanto produttore lui si è occupato della distribuzione. In questa occasione non canterò le canzoni dell'American songbook, forse accadrà in un altro tour».

Diciannove milioni di dischi venduti dell'American Songbook, ed ora con la stessa passione interpreta dei classici del soul in Soulbook, il suo ultimo disco. Con quale criterio ha scelto le canzoni?
«Ho selezionato canzoni che fossero adatte a me, cercando di non metterne due in fila che fossero troppo iconiche come My Girl, quelle che si sentono sempre alla radio. Abbiamo cercato di scegliere canzoni che non vengono trasmesse in continuazione, anche per allargare lo spettro di un certo ascolto».

Leggi tutta l'intervista su L'Eco di Bergamo del 27 aprile

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