Irene Grandi a Brembate Sopra
Una voce dalla parte del sogno

“Il viaggio è a posto, la tournée sta iniziando adesso, è alle prime battute”, spiega Irene Grandi, attesa il 28 luglio in Bergamasca, a Brembate di Sopra, al Campo sportivo (inizio concerto ore 21; biglietti disponibili). L'ultimo album, "Dalla parte del sogno”, ha un impianto pop-rock che regala grinta e personalità alla cantante toscana.

“Abbiamo iniziato con la parte teatrale quest'inverno, ed è stata una bella avventura. Ora si va all'aperto. La produzione è bella, molto suggestiva. Mette insieme tante delle mie esperienze musicali, ci sono momenti molto vicini al suono dell'ultimo disco, ma anche momenti acustici. In scena va una discreta varietà sonora. Anche dal punto di vista dell'immagine il progetto è interessante. Ho alle spalle dei maxischermi che caricano lo show di altri significati”.

Album e tournée hanno avuto come traino Sanremo e la canzone “La cometa di Halley”?
“Quando usciamo con una cosa, è perché siamo convinti che sia quella giusta per fare breccia. Sin dall'inizio della lavorazione dell'album ci siamo resi conto che erano quattro o cinque le canzoni che avrebbero guidato il disco. Credo che “La cometa” sia una canzone interessante, azzeccata per partire: entra dentro, subito. E' una canzone d'impatto pur avendo questo testo un po' crepuscolare, invernale direi”.

Nel disco c'è la voglia di raccontare una rinascita, la voglia di individuare nuove strade per vivere.
“E' il desiderio di rinascere interiormente. Siamo persone che cambiano col passare del tempo. I cicli della vita sono una realtà. Cambiano gli interessi, muoiono alcune cose di te, e altre nascono dentro. Certe cretinate che ti piaceva tanto fare quando eri ragazzino finalmente se ne vanno; arrivano altre esperienze e la vita va avanti con esigenze diverse. E piano piano dentro di te devi ricercare qualcosa. Credo che in questo album il senso della spiritualità abbia giocato una parte importante. Anche il sogno ha una presenza cruciale. Sono segnali di un viaggio che affronti alla ricerca del tuo io; segni che ti danno la sensazione di essere rinato. Sei nato veramente quando sei vicino alla tua anima. Oggi siamo tutti un po' lontani da quello che siamo veramente. Siamo maschere. A volte levarsene una è un po' come morire, ma è un passaggio necessario per ritrovarsi e rinascere. A ben pensarci è proprio questa l'idea di fondo dell'album”.

Leggi l'intervista a Irene Grandi su L'Eco in edicola giovedì 22 luglio

© RIPRODUZIONE RISERVATA