Il cittadino rassegnato a teatro
A Nembro lo racconta Enrico Bertolino

Che cos'è il «Trc»? È il Tasso di rassegnazione del cittadino. Cosa questo significhi lo spiegherà Enrico Bertolino, che sabato sera 4 dicembre sarà al San Filippo Neri di Nembro (inizio ore 20.45, info: www.teatrosanfilipponeri.it) con il suo nuovo spettacolo. Si intitola «Passata è la tempesta?» e ha per sottotitolo «Nuovi lampi di ovvietà».

Che cos'è il «Trc»? È il Tasso di rassegnazione del cittadino. Cosa questo significhi lo spiegherà Enrico Bertolino, che sabato sera 4 dicembre sarà al San Filippo Neri di Nembro (inizio ore 20.45, info: www.teatrosanfilipponeri.it) con il suo nuovo spettacolo. Si intitola «Passata è la tempesta?» e ha per sottotitolo «Nuovi lampi di ovvietà».

Scritto da Enrico Bertolino con Curzio Maltese, Andrea Zalone e Luca Bottura (scene Elisabetta Gabbioneta, luci Arnaldo Ruota, video Piero Passaniti), lo spettacolo, diretto da Massimo Navone, si avvale delle musiche eseguite da Teo Ciavarella. «Enrico – spiega il regista Massimo Navone – è un esperto di comunicazione, un intrattenitore spontaneo, un improvvisatore vulcanico: è comunque difficile inquadrarlo in una categoria d'attore predefinita. Quando va in scena si arma della comicità come di un grimaldello e si diverte a far saltare tutti i lucchetti e le serrature dei luoghi comuni che trova sulla sua strada. Ma ogni giorno succedono cose nuove, lo spettacolo si nutre d'attualità, e la strada è sempre diversa». «Per questo – prosegue Navone – un regista che lavora con Enrico non può pensare di dirigerlo in modo tradizionale: deve diventare il suo complice più fidato e agguerrito, seguirlo e sostenerlo con una struttura di spettacolo precisa, ma duttile, non costrittiva. Occorreva costruire intorno a lui uno spazio evocativo, che si trasformasse in modo da suggerire atmosfere e panorami mentali molto diversi. Da questa necessità espressiva sono nati gli ingredienti della messa in scena: i video e la scenografia astratta, sulla quale si può disegnare con le luci come su un grande foglio in tre dimensioni».

Protagonista dello spettacolo? La realtà, «che non solo – come scrive l'autore – ha superato, ma addirittura doppiato la fantasia, tanto da farla apparire inutile e noiosa. Notizie, situazioni, episodi sconcertanti che a causa del Trc (tasso di rassegnazione del cittadino) vengono percepiti come normali avvenimenti, battute e iperboli che diventano titoli di giornale: il meccanismo perverso dei luoghi comuni, creato ad hoc dai media per poter nutrire e garantirsi audience e consenso, invade la nostra quotidianità. Enrico Bertolino cerca di trovare il rimedio che ridia il giusto significato alle cose». Ma attenzione, come avverte Bertolino stesso, il richiamo poetico leopardiano del titolo non deve trarre in inganno, perché «in un Paese dove oramai si esulta perché la crisi è alle spalle, senza rendersi conto che è proprio quella la posizione più pericolosa per affrontarla», e nuovi lampi si vedono all'orizzonte, il pubblico non ha nulla da temere. È già una fortuna che l'orizzonte si veda ancora. Parola di Enrico Bertolino.

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