Un minuto con Dante
I tre sodomiti fiorentini

Dopo la pausa natalizia, «Un minuto con Dante» riprende con una nuova webcam del prof. Enzo Noris. Lasciato Brunetto Latini, Dante e Virgilio arrivano nei pressi del luogo dove il Flegetonte si getta nella ripa scoscesa, provocando un rimbombo simile a quello delle api.

I TRE SODOMITI FIORENTINI

IF XVI, vv. 52 ss.


Poi cominciai: «Non dispetto, ma doglia
la vostra condizion dentro mi fisse,
tanta che tardi tutta si dispoglia,

tosto che questo mio segnor mi disse
parole per le quali i' mi pensai
che qual voi siete, tal gente venisse.

Di vostra terra sono, e sempre mai
l'ovra di voi e li onorati nomi
con affezion ritrassi e ascoltai.


Lasciato Brunetto Latini i due pellegrini arrivano nei pressi del luogo dove il Flegetonte si getta nella ripa scoscesa, provocando un rimbombo simile a quello delle api. I due, prima di raggiungere l'orlo del baratro, vengono raggiunti da tre sodomiti fiorentini che riconoscono Dante per la foggia dei suoi abiti. Virgilio gli raccomanda di trattarli con cortesia: si tratta di uomini illustri della Firenze del tempo.

Di alcuni Dante si era informato da Farinata per sapere se avendo posto il loro ingegno al ben far fossero in Paradiso o all'Inferno e proprio qui li incontra. Nel colloquio che segue i tre desiderano sapere se a Firenze dimorano cortesia e valore o se queste virtù l'hanno abbandonata del tutto. Dante è costretto a rivelare la triste verità: “la gente nova e i subiti guadagni orgoglio e dismisura han generata” così che la città tutta ne paga le conseguenze.

La gente nova e i subiti guadagni indicano le nuove categorie “rampanti” di mercanti, imprenditori ed usurai che mirano solo al profitto, trascinando la città in un degrado e in una corruzione dilagante. I tre ascoltano questa cruda verità come se già se l'aspettassero e, prima di sparire in un amen, chiedono a Dante di riportare loro notizie ai vivi, una volta tornato a riveder le belle stelle.

Anche questo colloquio è all'insegna di un profondo rispetto e di una grande commozione: Dante non prova alcun disprezzo per questi peccatori ma un intenso dolore, pensando al prestigio ed ai meriti che costoro si erano guadagnati in vita ma che non sono stati sufficienti a salvarli.

Enzo Noris

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