Un minuto con Dante:
Dante e Virgilio scalatori

Nel canto XXIV, dopo la similitudine del villanello - che serve a spiegare il repentino cambiamento di umore di Dante, che passa dallo sconforto alla speranza, dalla rassegnazione alla risolutezza - troviamo la descrizione della salita dei due pellegrini lungo una ripida parete di roccia che richiede attenzione e doti alpinistiche.

DANTE E VIRGILIO SCALATORI
IF XXIV, 46 ss.

46 «Omai convien che tu così ti spoltre»,
47 disse 'l maestro; «ché, seggendo in piuma,
48 in fama non si vien, né sotto coltre;

49 sanza la qual chi sua vita consuma,
50 cotal vestigio in terra di sé lascia,
51 qual fummo in aere e in acqua la schiuma.

52 E però leva sù: vinci l'ambascia
53 con l'animo che vince ogne battaglia,
54 se col suo grave corpo non s'accascia.

Nel canto XXIV, dopo la similitudine del villanello - che serve a spiegare il repentino cambiamento di umore di Dante, che passa dallo sconforto alla speranza, dalla rassegnazione alla risolutezza - troviamo la descrizione della salita dei due pellegrini lungo una ripida parete di roccia che richiede attenzione e doti alpinistiche.

Virgilio raccomanda a Dante di saggiare la tenuta degli appigli e dei punti di appoggio, per evitare cadute rovinose. Dante, arrivato in cima con il fiatone, si siede per riposare ma Virgilio lo sprona a rialzarsi per proseguire i cammino: non si può raggiungere la meta rimanendo a poltrire. In altre parole: non si raggiunge la fama poetica stando a dormire sugli allori. La raccomandazione del maestro serve per predisporre il discepolo alla competizione poetica che ingaggerà nei versi successivi e nel canto seguente, il XXV.

Enzo Noris

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