Sanremo, siamo all'ultima serata
Emma favorita. Via Pezzali e Tricarico

Fuori Tricarico e Max Pezzali, in dieci stasera in finale. Questo il verdetto al termine della serata di venerdì 18 febbraio che ha visto sul palco dell'Ariston Monica Bellucci, De Niro e i Take That.

Fuori Tricarico e Max Pezzali, in dieci stasera in finale. Questo il verdetto al termine della serata di venerdì 18 febbraio. Per Anna Oxa e Patty Pravo il Festival è già finito in un gioco al massacro vocale. Quelli ancora in lizza affrontano il giro di boa dei duetti, in attesa di altri eliminati. La serata musicalmente è la più divertente, dimenticata quella del 150°. La prospettiva delle canzoni resta quella, ma c'è chi prova a dare un senso all'incontro d'artista. Per esempio Max Pezzali con Lillo & Greg. Teatrino straniato tra primo e secondo tempo, della canzone. La musica prima viaggia sulle rotte del musical, della tradizione americana anni Cinquanta dei Rat Pack, Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis, poi riprende il filo subliminale di un pezzo che resta subito in testa. Tricarico restituisce ai bambini del coro SiLaSol una filastrocca che guadagna in impatto, anche televisivo, Al Bano lascia che Placido declami qualche verso della sua canzone di cronaca vera. La canzone dei La Crus cantata a due voci con Nina Zilli sembra perdere il filo di quel bianco e nero livido e fascinoso, Il mare immenso della Ferreri con Francesco Sarcina guadagna in potenza rock, ma parte con un' incertezza vocale. Resta sospeso il giudizio su Nathalie che raddoppia con L'Aura e poco aggiunge al suo brano; mentre Anna Tatangelo deve frenare la rabbia femminile della incontenibile Loredana Errore. La figlia di Zucchero addolcisce la lingua aspra e laghé di Yanez e Davide Van De Sfroos continua il suo viaggio felice nei ricordi, tra lago e mare, al suono accaldato dei Los Lobos. Madonia, Battiato e Carmen Consoli fanno un triangolo d'arte, siciliano. Carmen trasforma in suggestione ogni cosa che sfiora con la sua voce calda. Barbarossa stringe la sua Raquel e Neri Marcorè regge il moccolo strimpellando la chitarra. Il professor Vecchioni fa una scelta rock e affida Chiamami ancora amore al suono prog della Pfm che un giorno fu a fianco di De André. L'impatto c'è, il brano si carica di suono, ma nel gioco di gruppo vien meno quell'amarezza tutta cantautorale che ha alimentato di pathos gli altri passaggi. In coda, ma potrebbero arrivar primi, Emma e i Modà rincarano la dose e l'appeal del pezzo duettando con Renga. Lui gonfia i polmoni con classe e sposta il baricentro del pezzo verso il gioco orchestrale.

Per la serie inutili interviste di ospiti che poco aggiungono al brodo del Festival, Monica Bellucci, bella e burrosa, anticipa Robert De Niro nel gioco leggero di una intervista minimal che serve da spot al film Manuale d'amore 3 in uscita a giorni. Di fronte all'attrice Gianni si gioca la carta dell'italiano medio. Più tardi De Niro viene richiamato in scena e finisce sotto il fuoco di fila di altre domandine con la Canalis che interviene a pronuncia spianata. Poco dopo arrivano i Take That con Robbie Williams per un altro spot che anticipa la tournée estiva del gruppo, di passo in Italia. Una canzone, qualche domanda dalle girls, e ci si gioca male anche la carta forte delle popstar internazionali. Gli ultimi ragazzi sfilano tardi.
Il brano di Serena Abrami è il più suonato in radio tra quelli della categoria giovani, mentre Raphael Gualazzi si aggiudica il premio Mia Martini della critica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA