Bergamo Jazz chiude alla grande
Rava è direttore artistico. I video

Alla terza serata Bergamo jazz torna alle origini, almeno geografiche, di questa musica. Hanno sfoggiato domenica sera la loro classe e bravura Chick Corea e Gary Burton, dal palco del Teatro Donizetti, issando la bandiera a stelle e strisce della patria primigenia di questa musica.

Alla terza serata Bergamo jazz torna alle origini, almeno geografiche, di questa musica. Hanno sfoggiato domenica sera la loro classe e bravura Chick Corea e Gary Burton, dal palco del Teatro Donizetti, issando la bandiera a stelle e strisce della patria primigenia di questa musica.

Pure ci ha pensato poi il trombonista svedese Nils Landgren (gaurda i due video allegati) a sparigliare nuovamente le carte con il suo funk jazz che ha spostato il magnete del festival, coinvolgendo a sorpresa lo stesso Paolo Fresu, e suscitando l'ovazione della platea.

È arrivato anche l'annuncio del nome del nuovo direttore artistico del Bergamo Jazz Festival: Enrico Rava. Nel frattempo è giunta l'ora dei primi bilanci artistici, che danno per protagonista certo l'italiano Enrico Pieranunzi. Il suo Scarlatti è probabilmente il più riuscito e bello tra i molti tentativi di mettere in relazione l'improvvisazione con i repertori della cosiddetta musica colta. Difficile non pensare a Uri Caine, al Modern jazz quartet e a Jacques Loussier.

Pure quanto ascoltato sabato sera è parso magistrale da tutti i punti di vista. L'integrazione tra testo e arte performativa è stata tale da rendere il confine labile. Ma il vero merito di questo musicista italiano è quello di essere riuscito ad evitare di ridurre i due sistemi creativi, composizione e improvvisazione, l'uno all'altro. In altre parole, suonare con swing e walking bass jazzistico le melodie barocche o, viceversa, improvvisare scimmiottando il contrappunto.

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