Difficile passaggio tra due mondi
L'ateneo presenta «Fra-intendimenti»

Martedì 12 aprile, alle 16, nell'aula 2 della sede di Piazza Rosate dell'Università degli Studi di Bergamo, si terrà la conferenza dal titolo «Fra-intendimenti. Il difficile passaggio tra due mondi», con la presenza della scrittrice Kaha Mohamed Aden.

Martedì 12 aprile, alle ore 16, nell'aula 2 della sede di Piazza Rosate dell'Università degli Studi di Bergamo, si terrà la conferenza dal titolo Fra-intendimenti. Il difficile passaggio tra due mondi, con la presenza della scrittrice Kaha Mohamed Aden.

L'incontro, organizzato da Valeria Gennero, Anna De Biasio e Stefano Asperti del Centro di Studi sui Linguaggi delle Identità sarà idealmente diviso in due parti. Nella prima parte Aden presenterà il suo volume di racconti Fra-intendimenti (Edizioni Nottetempo, 2011). Nella seconda parte, invece, verrà proposta una versione ridotta della conferenza/performance La quarta via, da cui è stato tratto l'omonimo documentario realizzato da Simone Brioni, Graziano Chiscuzzu, Ermanno Guida e Isacco Chiaf (vincitore del premio Libero Bizzarri nella categoria Mediaeducazione e presentato in molte delle università più prestigiose del Regno Unito, tra cui Oxford).

Introdurranno la conferenza e interloquiranno con l'autrice Valeria Gennero, che insegna letteratura anglo-americana e fa parte del Centro di Studi sui Linguaggi delle Identità, e Federica Sossi, docente di Estetica all'Università di Bergamo e coordinatrice del Progetto “Storie migranti”. Nel corso dell'evento, inoltre, l'attrice Marta Riva leggerà dei brani tratti dal volume Fra-intendimenti. Fra-intendimenti Nel 1986 quando il padre – uno dei
maggiori uomini politici della Somalia contemporanea – era in carcere già da quattro anni, Kaha Mohamed Aden ha abbandonato il suo paese salvandosi dai venti di guerra che avrebbero sconvolto Mogadiscio e tutta la nazione. In Fra-intendimenti l'autrice ci racconta gli spari che annunciano la guerra civile, le riunioni dei saggi sotto le querce, il profumo di zenzero e cardamomo in una tazza di tè, i soldati bambini in pantaloni kaki, armati per uccidere e razziare.

Gli elementi della nuova vita a Pavia, dove studia, sono i documenti per cui bisogna “dare via le dita”, un'identità che non sa più nulla dei poeti, dei guerrieri sanguinari, degli spiriti degli antenati e delle leggende dei clan. Un mondo di colf, collegi di suore, uffici immigrazione senza interpreti, padroni di casa diffidenti, un mondo in cui il nero è il colore della prostituzione. Questi racconti danno voce a una Somalia di famiglie allargate, di madri padrone, di anziani saggi e di animali parlanti, a cui risponde un'Italia, di contraddizioni, burocrazia e ambigua accoglienza. Una nuova scrittrice, uno sguardo nuovo per descrivere il difficile passaggio fra due mondi che caratterizza il nostro tempo.

La quarta via

Una scrittrice, Kaha Mohamed Aden, e il ricordo della sua città, Mogadiscio, di cui traccia le linee principali. O meglio: la disegna, dividendola in quattro vie. La prima è quella più antica, dell'architettura islamica e bianca. La seconda è la linea fascista, ricordo del colonialismo. La terza è la via socialista, della “Somalia che guarda in avanti”, che cerca di estirpare i suoi problemi e di avviarsi verso la modernità. Gli avvenimenti del paese si concatenano fino a tracciare il suo profilo attuale: un far West africano, che ha nella capitale il suo epicentro. La quarta via, appunto: quella della distruzione, dell'ammasso di macerie che adesso rappresenta Mogadiscio. Che la scrittrice non ha mai visto. Perché, nonostante le persecuzioni inflitte alla sua famiglia da Siad Barre, dopo la fuga di quest'ultimo dovettero scappare: ironia della sorte, facevano parte della stessa tribù del dittatore, cosa che li mise nel mirino degli oppositori. Le gioie passate e le ferite odierne della città si incontrano nel ricordo di chi l'ha amata. “Esser radicati non necessariamente vuol dire essere immobili; esser distanti non necessariamente vuol dire essere sradicati”.

Accanto al ricordo, poi, la speranza, rappresentata da una quinta via, la via che dall'Italia arriva alle origini. Kaha Mohamed Aden Lasciata la Somalia poco prima dello scoppio della guerra civile, vive a Pavia dal 1987 dove si è laureata in Economia e ha conseguito un master alla Scuola Europea di Studi Avanzati in Cooperazione e Sviluppo. Si occupa di intercultura e mediazione culturale. Ha scritto l'introduzione al libro di Cristina Morini La Serva Serve: le nuove forzate del lavoro domestico (Derive/Approdi 2001). Inoltre ha contribuito alla selezione e alla lettura di poesia Africana del PAC (Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano, 2003). Aden ha realizzato le performance orali Mettiti nei miei panni (Pavia, 2003), La valigia della Zia (Prato, 2005), Specchio specchio delle mie brame chi è più abile nel reame? (Prato, 2006). La performance La quarta via è stata presentata alla Settima Conferenza di ISOLA-The International Society for the Oral Literatures of Africa (Lecce, 2008), al Premio Internazionale Alexander Langer (Bolzano, 2008) e presso l'Istituto Italiano di Cultura di Nairobi (2010).

L'omonimo documentario che ne è stato tratto ha vinto il 18° premio Libero Bizzarri nella categoria Mediaeducazione. Nel 2011 Kaha Mohamed Aden ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti, intitolata Fra-intendimenti, con la casa editrice Nottetempo di Roma.

Il Centro di Studi sui Linguaggi delle Identità: http://www.unibg.it/struttura/struttura.asp?cerca=csli_intro

Il progetto Storie migranti: http://www.storiemigranti.org/

Segreteria Organizzativa Centro Studi sui Linguaggi delle Identità – Ufficio 214 Piazza Rosate, 2 24129 Bergamo Tel. 035/2052745 – 035/2052705 – zebra @unibg.it

Dott. Stefano Asperti: [email protected]

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