Lovere, «Colori e dissolvenze»
In mostra i paesaggi di Celsi

«Colore e dissolvenze», i paesaggi di Angelo Celsi. Presso l'Atelier del Tadini a Lovere un'occasione unica per ammirare oltre cinquanta opere del maestro bergamasco.

Villaggi di montagna in cui la luce scherza mirabilmente, rive di fiumi tratteggiate con rapide pennellate sicure, nervose, che si fondono in un caleidoscopio di colori in movimento, paesaggi che «toccano» nell'intimo suggerendo riflessioni di carattere spirituale: sono la sintesi delle opere che il pittore bergamasco Angelo Celsi (Songavazzo, 1937) espone nella personale dal titolo «Colore e dissolvenze», allestita presso l'Atelier del Tadini a Lovere a cura della Fondazione Credito Bergamasco, in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti Tadini e la sezione loverese «Diamo colore alla ricerca» dell'Associazione Italiana Parkinsoniani.

«Giunto all'apice della propria attività artistica, Angelo Celsi, eccellente pittore dotato di spiccata personalità, gode all'estero - ed in particolare nel Canton Ticino, dove risiede ed è iniziata la sua attività artistica - di consolidata fama» ha dichiarato Angelo Piazzoli, segretario generale della Fondazione Creberg.

«Formatosi essenzialmente a Brera, seguito e apprezzato da autorevoli critici, il Maestro ha partecipato a numerose rassegne, esponendo in prestigiose sedi internazionali. Nella Svizzera tedesca in particolare, avendo realizzato significative opere su commissione pubblica cui sono seguiti importanti riconoscimenti, egli si è costruito un “curriculum” artistico di tutto rispetto, divenendo uno dei più affermati pittori. Al contrario - sottolinea ancora Piazzoli - pur essendo conosciuto ed apprezzato nei luoghi in cui è nato e cresciuto (Sebino, Val Cavallina, Val Seriana) - Angelo Celsi non ha ancora ricevuto la meritata ribalta nella propria provincia di origine. Ed è per questo motivo che proponiamo all'attenzione del pubblico, nella celebre sede della pinacoteca Tadini di Lovere, la mostra “Colore e dissolvenze: paesaggi e figure nell'opera di Angelo Celsi”».

L'esposizione - accompagnata da un bellissimo catalogo monografico, con saggi e testi illustrativi di Angelo Piazzoli e Dalmazio Ambrosioni, e con riproduzioni fotografiche di Carlo Agostinelli - propone una serie di ben cinquanta opere su tela prevalentemente dedicate ai temi della natura e del paesaggio. «Vogliamo approfondire particolarmente questo ambito, che nelle precedenti esposizioni ha avuto meno visibilità rispetto a quello inerente le figure umane, pur costituendo una parte significativa della produzione di Celsi» spiega Angelo Piazzoli, curatore insieme a Silvia Meloni della rassegna.

Continua Piazzoli: «l'arte di Angelo Celsi - inizialmente contrastata e materica, particolarmente nelle rappresentazioni di figure - tende col tempo a rasserenarsi e a stemperarsi fino a sfociare nelle dissolvenze delle nature appartenenti alla sua produzione più recente: le atmosfere diventano sospese, surreali, evocative; i colori permangono nella loro varietà e complessità ma si attenuano e l'evanescenza si accentua».

«Questa antologica, che contiene un elevato numero di dipinti dell'autore - prosegue Piazzoli - consente di ripercorrere in modo chiaro le principali tappe del suo affascinante itinerario artistico, seguendone tutto lo sviluppo. Sarà pertanto possibile vedere, uno accanto all'altro, i paesaggi giovanili, caratterizzati da colori caldi, vivaci, carichi di influenze popolaresche fino alle architetture silenziose, evocative e sfumate delle sue ultime fatiche. Occorre tempo per veder tutto, ma sarà speso bene».

«I paesaggi di Angelo Celsi - aggiunge Dalmazio Ambrosioni, storico e critico d'arte - sono tipicamente interiori, rivissuti attraverso il ricordo, l'affetto, il bisogno di riconoscervi qualcosa di sé, di legarli ad un tempo non consumato. Sono paesaggi della storia, di una certa idea della storia, visto che l'artista va a cogliere aspetti non deteriorabili, inseguendo come un'idea sironiana di tipicità. Catturano un principio di bellezza nel continuo andirivieni tra villaggi e greti, nature e vegetazioni (boschi, alberi, chiome colorate, fiori…) cieli e laghi e persino qualche anonima periferia».

«La mostra dedicata ad Angelo Celsi - specifica ulteriormente Angelo Piazzoli - fa parte del ricco programma di iniziative attraverso le quali la Fondazione, che si sta sempre più affermando come importante protagonista e promotrice di eventi e di interventi artistici/culturali di eccellenza nei territori di propria pertinenza, intende degnamente celebrare il 120° anniversario di fondazio ne del Credito Bergamasco; trattandosi di un istituto da sempre fortemente radicato nel proprio territorio di riferimento, ci è parso naturale non limitare gli eventi celebrativi a Bergamo, città ove la banca ha la propria sede legale e direzione generale, ma diffonderli capillarmente nei principali luoghi di storica presenza dell'istituto di credito per ribadirne la stretta vicinanza, ed anzi la piena appartenenza, alle Comunità locali».

«Con questa mostra, destinata a suscitare grande interesse, la Banca e la Fondazione Creberg proseguono dunque nel ruolo attivo di divulgazione e valorizzazione dell'arte e della cultura espresse in ambito locale, donando ai visitatori un'opportunità significativa per conoscere ed apprezzare le opere di un artista assai più noto all'estero che in patria. Naturalmente» prosegue Piazzoli «come qualificata rassegna di bella pittura, essa costituisce uno stimolo aggiuntivo alla visita dell'Accademia Tadini e delle significative bellezze storico/paesistiche della Città di Lovere e del suo comprensorio, soggetti con i quali - oltrepassando la dimensione del semplice sostegno finanziario a mostre, eventi, pubblicazioni, formazioni sociali - il Credito Bergamasco ha portato a felice compimento rilevanti iniziative».

«E' di tutta evidenza infatti come la prossimità della Banca a questa Città si esplichi sia nell'importante sostegno che da circa un secolo (la filiale storica iniziò ad operare nel 1913) essa assicura all'economia locale, alle imprese ed alle famiglie del territorio, sia nel costante supporto a progetti di grande qualità che questa comunità ha, nel corso del tempo, felicemente attuato. Al riguardo non posso non ricordare, fra gli altri, numerosi interventi di restauro della Basilica di Santa Maria in Valvendra - realizzati grazie a contributi a fondo perduto della Banca - ovvero la storica prossimità all'Accademia Tadini per i cui dipinti il Credito Bergamasco ha, a più riprese, sostenuto i costi di interventi di accurato restauro e per la quale ha disposto altresì, per il prossimo triennio, un rilevante stanziamento per la ristrutturazione di una porzione storica dell' edificio. E sicuramente non ci fermeremo qui».

La mostra tematica di Angelo Celsi rimarrà aperta dal primo al 22 maggio e si potrà visitare da martedì a venerdì dalle 15 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. L'ingresso è libero.

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