Uto Ughi superstar: un trionfo
il concerto per l'unità d'Italia

Uto Ughi superstar. La serata per i 150 anni dell'Unità d'Italia del Festival Pianistico Internazionale Bergamo Brescia è stata una sorta di marcia trionfale dell'archetto di Busto Arsizio. Il quale, al termine dello scintillio eroico del Concerto op. 61 in re maggiore di Beethoven ha anche intrattenuto a suo modo la platea del Teatro Donizetti, spolverando una parte della sua vis comunicativa, che lo rende così amato dai bergamaschi. «Dopo un concerto così - spiegava - è difficile fare un bis».

Ma, cedendo agli applausi insistiti del pubblico ha sfoderato dal suo repertorio un altro dei suoi assi: Paganini e i Capricci, che «sono creazioni di puro genio perché trasfigurano il violino in tanti altri strumenti». Se dunque la cornice era la festa tricolore, con tanto di magnifica composizione floreale sul palco del teatro – un tricolore di anturium spettacolare – a tener banco è stato soprattutto Ughi e il suo estro violinistico.

Lo ha ricordato all'inizio anche il presidente Andrea Gibellini, che ha rimarcato tanto il «progetto giovani» firmato da Ughi, culminato nella prova generale di mercoledì aperta agli studenti, quanto il conferimento a Ughi del Premio Arturo Benedetti Michelangeli: la cerimonia avverrà domani, a Brescia, con un nuovo comitato che ricongiunge il Festival e tutta Brescia con il nome del grande pianista.

Ughi è il primo violinista a ricevere tale riconoscimento, dopo vari pianisti e direttori d'orchestra. La diretta su Bergamo Tv ha permesso al concerto di varcare i confini del Teatro Donizetti. Ughi, affiancato dall'Orchestra del Festival diretta da Pier Carlo Orizio, ha fatto subito capire la profonda sintonia che lo lega non solo all'estetica beethoveniana, ma ancor più a questo concerto.

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