Carrara, capolavori a Stoccolma
dal 21 giugno al 28 agosto

I capolavori dell'Accademia Carrara di nuovo protagonisti in Europa:  dal 21 giugno al 28 agosto, il museo Waldemarsudde di Stoccolma ospita, nell'anno delle celebrazioni per l'Unità d'Italia, una selezione dalle raccolte della Pinacoteca.

I capolavori dell'Accademia Carrara di nuovo protagonisti in Europa:  dal 21 giugno al 28 agosto, il museo Waldemarsudde di Stoccolma – ex residenza del Principe Eugenio (1865-1947), esponente della famiglia reale svedese che ha lasciato la sua residenza allo Stato dopo essersi dedicato alla pittura e al collezionismo - ospita, nell'anno delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, una preziosa selezione dalle raccolte d'arte della Pinacoteca.

La mostra capolavori della pittura veneziana del Settecento dalle collezioni  dell'Accademia Carrara di Bergamo si propone di presentare il tracciato maggiore delle collezioni dell'Accademia Carrara lungo il Settecento (dalla raccolta di Giacomo Carrara alla raffinata collezione di Guglielmo Lochis, fino al nucleo donato da Giovanni Morelli), avendo come fuochi d'attenzione l'area lombarda e quella veneta, nelle loro diversità culturali ma anche nelle forti tangenze che le caratterizzano, generate dai continui scambi nei territori accomunati dal governo della Serenissima.

Ai segnali di decadenza politica ed economica della Repubblica Veneta la pittura rispose infatti nel Settecento con un periodo di eccezionale splendore e la cultura veneziana in tutta la sua ricchezza ha fortemente influito sui territori che ha dominato per secoli, ma come le potenze più illuminate ha anche saputo confrontarsi liberamente con essi, traendone grande vantaggio.

Venezia espresse nel Settecento una vitalità culturale capace di conquistare l'immaginario europeo e la sua pittura la rese visibile. In particolare, una secolare tradizione pittorica e di collezionismo distingueva Bergamo, la città che in campo artistico riuscì a tessere con Venezia rapporti d'intensissima relazione alla luce della quale i pittori veneziani lasciarono nei secoli tracce sensibili della loro cultura. Viceversa per i pittori bergamaschi fu per così dire d'obbligo svolgere un periodo di formazione in laguna.

Così, se i pittori della terraferma eccelsero nel genere del ritratto, che si caratterizzò per il forte sentimento di realtà che guidò i suoi artefici, come Fra' Galgario, Giacomo Ceruti, Paolo Bonomino, l'indimenticabile scenografia dello spazio urbano che si affacciava in laguna divenne il soggetto preferito di capaci e sensibili artisti come Bernardo Canal e Francesco Guardi, che con le loro vedute diedero forma ed esportarono il mito di Venezia nel mondo.

Scene di vita quotidiana (Pietro Longhi, Andrea Pastò), feste popolari, il sentire religioso (Giovan Battista Tiepolo, Giovanni Raggi) vennero raccontati dagli artisti con l'intento di suscitare attenzione,divertimento, sentimenti di devozione.

A dimostrazione dell'aggiornamento culturale della città di Bergamo, poi, è la permanenza a Bergamo di artisti veneziani per soddisfare le richieste di un collezionismo competente e aggiornato, a cominciare da un giovane Giovan Battista Tiepolo, chiamato a decorare il Mausoleo di Bartolomeo Colleoni ancor prima che iniziasse il suo straordinario percorso veneziano e riscuotesse i successi internazionali.

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