Ricordare la tragedia del Gleno
Teatro e musica il 6 e 7 agosto

Il monologo del giornalista Turelli sulla tragedia del Gleno e la musica del Bepi. La Piana del Gleno rivive, 88 anni dopo, il dramma della diga che cancellò la Val di Scalve e la Valle Camonica. L'appuntamento è per il 6 e 7 agosto.

La Piana del Gleno rivive, 88 anni dopo e proprio là dove accadde la tragedia, il dramma della diga che cancellò la Val di Scalve e la Valle Camonica. La Comunità Montana di Scalve, insieme alla Coperativa sociale Il Leggio, organizza per il 6 agosto alle 9.30 ai 1500 metri che sovrastano l'abitato di Bueggio, una manifestazione di grande impatto emotivo.

Il giornalista Emanuele Turelli, infatti, racconterà il suo monologo «Gleno, 1 dicembre 1923» e insieme a lui, durante la sua narrazione, la band The Prismas insieme al cantautore Tiziano Incani, in arte Il Bepi, accompagneranno lo spettacolo eseguendo le colonne sonore scritte da Claudio Cominardi e la canzone «Gleno» che ha dato il titolo al penultimo cd del Bepi. La manifestazione si svolgerà proprio a due passi dalla diga che nel 1923 crollò seminando distruzione e morte: le vittime accertate furone oltre 500.

Il programma prevede l'esecuzione del monologo alla diga alle 9.30 del 6 agosto e la replica è in programma per la sera successiva in una tensostruttura appositamente allestita a Schilpario alle 17.30.

Di grande rilievo il monologo di Turelli che racconterà le vicissitudini che provocarono il crollo della diga, con la conseguente distruzione di Val di Scalve e Valle Camonica e con un tributo umano di oltre 500 vittime. La filosofia dell'evento è infatti a metà strada fra l'escursione e l'evento culturale. La ricostruzione di Turelli prende spunto da una sua inchiesta pubblicata su «Il Corriere della Sera» nel 2003 e si sviluppa in un coinvolgente monologo che racconta alcuni tratti salienti della storia.
Il giornalista parte dalle vicende che portarono la fraternità Viganò a edificare la diga del Gleno per poter sfruttare la corrente prodotta nei propri cotonifici, evidenziando i difetti di edificazione e gli sbagli di progettazione che portarono alla costruzione di un'opera ad alto rischio di crollo, narrando la cronologia della triste vicenda, concentrata negli ultimi giorni prima del disastro, raccontando infine il crollo e la distruzione della Val di Scalve e della Valle Camonica, con un ultimo parallelismo alla tragedia del Vajont, avvenuta esattamente 40 anni dopo quella del Gleno, ma simile ad essa per alcuni presupposti.

Della lunghezza di un'ora abbondante, il monologo, nella sua versione originale è intervallato da tre spezzoni filmati curati dal regista Ulderico Fenaroli, ma per la rappresentazione alla diga, al posto degli spezzoni filmati, verrà eseguito, suddiviso in tre tronconi, il brano «Gleno» del Bepi.

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