Per Raffaella un «cuore» bergamasco
Fiama de rar ma sota la sender brasca

Ma come, ci nasce «fra le braccia» una star con «S» maiuscola e Bergamo e i bergamaschi restano tranquilli, trepidando al più per il processo atalantino e continuando speranzosi a scrutare il meteo di Regazzoni? Forse sarà per quel «caràter de la rassa bergamasca», che «fiama de rar, ma sota la sender brasca»: la traduzione non serve, soprattutto in Val Seriana dove con nonchalance si passa da un... Ramazzotti a una «tuelèta de Red Bull», cantando a squarciagola il dialetto laghée di Van der Sfroos.

La brasca non è una fiamma pronta ad esplodere inviperita e affamata di gossip per baby Raffaella Maria, ma è un calore umano forte e generoso, che quasi moltiplica quello materno che per l'orgoglio di tutti ha le sembianze affascinanti di Marica e cittadinanza bergamasca. Si potrebbe ricordare l'opposta «accoglienza» riservata in Val Brembana all'ospitata di Fabrizio Corona e potremmo aggiungerci il vanto di un ospedale «da cinque stelle».

Insomma ce la coccoliamo tanto questa Raffaella Maria, ne siamo quasi gelosi: vogliamo proteggerla, lasciarla in pace. Come facciamo a volte con il nostro territorio e le nostre infinite bellezze: invochiamo il turismo ma preferiamo restare tranquilli «a baita».

Eros, Marica e Raffaella Maria sono i protagonisti di una storia che conferma come a volte le stelle si possono accarezzare con un dito. Quello affettuoso e sincero della gente che apre un sorriso a una vita che nasce e a un turismo che, lentamente, cresce. Questa è la «brasca», cuore bergamasco.

Giambattista Gherardi

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