Un minuto con Dante Alighieri
Nel Purgatorio il «visibile parlare»

Dante prosegue il suo viaggio attraverso il Purgatorio. I canti X, XI e XII sono tutti e tre dedicati alla cornice dei superbi. La descrizione dei bassorilievi scolpiti nel marmo da Dio stesso è un pezzo di bravura. Qui Dante utilizza l'espressione «visibile parlare».

IL VISIBILE PARLARE

10. 94    Colui che mai non vide cosa nova
10. 95    produsse esto visibile parlare,
10. 96    novello a noi perché qui non si trova.

I canti X, XI e XII sono tutti e tre dedicati alla cornice dei superbi. Fa riflettere che Dante conceda così ampio spazio solo a questo peccato, sia perché sicuramente anch'egli non ne era immune sia perché la superbia, vale a dire l'orgoglio e la presunzione, è il peccato più grave di cui in origine si erano macchiati Lucifero stesso ed i progenitori. Ed è il primo dal quale le anime espianti si devono purificare.

La descrizione dei bassorilievi scolpiti nel marmo da Dio stesso è un pezzo di bravura. Dante utilizza l'espressione “visibile parlare” per indicare come l'opera divina sia talmente realistica da confondere i sensi dello spettatore che non riesce a distinguere la realtà dalla finzione artistica.

Nella creazione artistica di Dio la parola e la cosa coincidono, la parola si fa cosa, senza bisogno di mediazioni.

Nello stesso tempo però Dante, accingendosi a descrivere con le sue parole l'opera di Dio che non può essere narrata da lingua umana,  supera se stesso “rubando” le parole al Creatore per celebrarne la grandezza.

È il tema dell'ineffabile, vale a dire della parola che cerca di esprimere l'inesprimibile,  che sarà ripreso ed approfondito nella terza cantica.

Enzo Noris

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