La vita di Dag Hammarskjold
in un libro di Susanna Pesenti

Breve la vita felice di Dag Hammarskjöld, eletto segretario generale dell'Onu nel 1953, morto nel 1961 in un incidente aereo troppo misterioso. La sua vita è stata ricostruita da Susanna Pesenti, giornalista de L'Eco di Bergamo, in un libro.

Breve la vita felice di Dag Hammarskjöld, eletto segretario generale dell'Onu nel 1953, morto nel 1961 in un incidente aereo troppo misterioso per non far pensare a un attentato. Era in missione di pace, volava nel cielo tra il Congo e lo Zambia nell'estremo tentativo di recuperare la secessione del Katanga dal Congo, la bomba a orologeria che stava mandando in frantumi il grande Paese africano e con lui i fragili equilibri politici del pianeta intero.

La sua vita è stata ricostruita da Susanna Pesenti, giornalista de L'Eco di Bergamo, in un libro bello, onesto e nobile come l'avventura del suo protagonista. Si intitola «Dag Hammarskjöld. La pace possibile» (Franco Brioschi editore, 370 pagine, 18 euro; prefazione di Giulio Terzi di Sant'Agata, ambasciatore italiano negli Usa) ed è stato presentato mercoledì 16 novembre alle 18 alla libreria Buona Stampa dal direttore de L'Eco Giorgio Gandola, alla presenza dell'autrice.

Si sbaglia affermando che è stato Hammarskjöld a inventare l'Onu, ma non si esagera dicendo che, senza di lui, l'Onu non sarebbe quella che è, cioè la protagonista assoluta della politica mondiale. Come spesso accade, il mondo si accorse della sua bravura solo quando era già morto: nessun segretario generale delle Nazioni Unite è mai più riuscito ad eguagliare il suo carisma, la sua importanza.

Un paradosso, se pensiamo che al momento dell'elezione fu scelto perché era considerato uno scrupoloso funzionario statale, nulla di più. E invece, poche settimane dopo la scomparsa, gli fu assegnato il premio Nobel per la pace alla memoria.

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