Un minuto con Dante
«L'anima semplicetta che sa nulla»

Marco Lombardo ha il compito di spiegare a Dante le cause della corruzione umana: non sono da attribuire al cielo, come molti stoltamente fanno, ma al cattivo uso della libertà che gli uomini hanno ricevuto in dono dal loro Creatore.

L'ANIMA SEMPLICETTA CHE SA NULLA

16. 85 Esce di mano a lui che la vagheggia
16. 86 prima che sia, a guisa di fanciulla
16. 87 che piangendo e ridendo pargoleggia,

16. 88 l'anima semplicetta che sa nulla,
16. 89 salvo che, mossa da lieto fattore,
16. 90 volontier torna a ciò che la trastulla.

16. 91 Di picciol bene in pria sente sapore;
16. 92 quivi s'inganna, e dietro ad esso corre,
16. 93 se guida o fren non torce suo amore.

16. 94 Onde convenne legge per fren porre;
16. 95 convenne rege aver che discernesse
16. 96 de la vera cittade almen la torre.


Marco Lombardo ha il compito di spiegare a Dante le cause della corruzione umana: non sono da attribuire al cielo, come molti stoltamente fanno, ma al cattivo uso della libertà che gli uomini hanno ricevuto in dono dal loro Creatore.
Per essere più chiaro Marco Lombardo racconta a Dante come l'anima umana da principio sia paragonabile ad una fanciulla che, appena nata, piangendo e ridendo pargoleggia, cioè si comporta in modo infantile, puerile proprio perché inesperta del mondo. Quest'anima, semplicetta che sa nulla, ha ricevuto dal Creatore una sorta di imprinting che la porta a ricercare il Bene originario in ogni sua esperienza. Così facendo l'anima si lascia spesso sedurre da beni fasulli dietro ai quali finirebbe col perdersi se non ci fossero guida o fren, cioè se non ci fossero le autorità legittime in grado di ricondurla sulla retta via.
Le leggi e le autorità servono proprio a guidare l'umanità verso la pace e la giustizia, mostrando a tutti della vera cittade almen la torre, vale a dire la Gerusalemme terrestre, la città di Dio, simbolo della felicità raggiungibile sulla terra.

Enzo Noris

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