Un minuto con Dante
«Beati i pacifici»

17. 1 Ricorditi, lettor, se mai ne l'alpe
17. 2 ti colse nebbia per la qual vedessi
17. 3 non altrimenti che per pelle talpe,

17. 4 come, quando i vapori umidi e spessi
17. 5 a diradar cominciansi, la spera
17. 6 del sol debilemente entra per essi;

17. 7 e fia la tua imagine leggera
17. 8 in giugnere a veder com'io rividi
17. 9 lo sole in pria, che già nel corcar era.

17. 10 Sì, pareggiando i miei co' passi fidi
17. 11 del mio maestro, usci' fuor di tal nube
17. 12 ai raggi morti già ne' bassi lidi.

[…]

17. 64 Così disse il mio duca, e io con lui
17. 65 volgemmo i nostri passi ad una scala;
17. 66 e tosto ch'io al primo grado fui,

17. 67 senti'mi presso quasi un muover d'ala
17. 68 e ventarmi nel viso e dir: "Beati
17. 69 pacifici, che son sanz'ira mala!".


Il passaggio alla cornice successiva, quella dove incontreremo gli accidiosi, avviene con la descrizione dell'improvviso disciogliersi della fitta nebbia nella quale Dante e Virgilio hanno camminato mantenendosi in contatto uditivo con l'anima di Marco Lombardo. Dante ha delle visioni che gli occupano la mente: sono esempi di ira punita tratti dal mito e dalla storia sacra (la fanciulla Progne, trasformata in usignolo per la sua empietà; il crudele Aman, che finisce crocifisso al posto di colui che voleva ingiustamente crocifiggere; la regina Amata, madre di Lavinia, che si toglie la vita contrariata dalla decisione della figlia di sposare Enea e non Turno).
I due vedono poi avvicinarsi l'angelo della mansuetudine che indica loro la scala d'accesso alla quarta cornice; l'angelo con un colpo d'ala cancella una delle 7 P che Dante aveva incisa sulla fronte e canta la beatitudine evangelica «Beati i pacifici».
Ma ormai il sole sta tramontando e, approfittando della sosta, Virgilio spiegherà a Dante l'ordinamento morale del Purgatorio, basato sulla dottrina dell'Amore.