Peppe Servillo al Creberg Teatro
porta in scena il «Molleggiato»

Le canzoni del Clan di Celentano, secondo Peppe Servillo ed un combo di jazzisti di lusso. «Memorie di Adriano» è il titolo dello spettacolo che va in scena sabato sera – 11 febbraio – al Creberg Teatro di Bergamo (inizio ore 21; biglietti disponibili).

Le canzoni del Clan di Celentano, secondo Peppe Servillo ed un combo di jazzisti di lusso. «Memorie di Adriano» è il titolo dello spettacolo che va in scena sabato sera – 11 febbraio – al Creberg Teatro di Bergamo (inizio ore 21; biglietti disponibili).

Dopo il progetto su Modugno,«Uomini in Frac», ed un gioco a volo radente sul repertorio di Frank Zappa, ecco le vecchie canzoni del Clan, ad uso e consumo del bravissimo cantante degli Avion Travel, di Rita Marcotulli al pianoforte, Javier Girotto al sassofono, Fabrizio Bosso alla tromba, Furio di Castri al contrabbasso, Mattia Barbieri alla batteria.

Il Molleggiato così com'era un tempo, in attesa delle performance che domineranno la sessantaduesima edizione del Festival di Sanremo.


In tanti anni Adriano è diventato altro, oggi forse è molto diverso da quel che era negli anni Sessanta. Che opinione s'è fatto dell'evoluzione del personaggio?
«Ad essere sincero seguo il Celentano interprete. Mi interessa il musicista. Quello che è capitato al personaggio Celentano credo sia parallelo a ciò che accade nel mondo dello spettacolo che oggi spesso è intrattenimento e si scambia di ruolo, in un gioco delle parti, con tutti gli altri agenti attivi nella nostra comunicazione. Però io non sono molto interessato a questo aspetto. Il Celentano predicatore non mi interessa. Per pudore antico sono uno che preferisce tener separate le cose. Con questo non intendo dire che un artista non abbia la possibilità di esprimersi in altre forme. Come ascoltatore preferisco consumare una cosa alla volta. Quando son curioso di capire qualcosa riguardo ad un tema politico o sociale, mi rivolgo altrove. È un'altra parte della vita che è bella perché è varia. Se mescoliamo tutto, come va oggi, diventa tutto un grande pastone».

Leggi l'intervista a Peppe Servillo su L'Eco in edicola venerdì 10 febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA