A Bergamo i bambini fanno oh
Virginia li dirige anche a Sanremo

Bergamasca di adozione, ha pronte le valigie per Sanremo. Virginia Longo è stata nominata per dirigere i bambini nel corso del Festival della canzone italiana. Un po' quello che la musicista fa nei suoi corsi bergamaschi.

Bergamasca di adozione, ha pronte le valigie per Sanremo. Virginia Longo, fiorentina di 33 anni, è stata nominata per dirigere i bambini che per due giornate, nel corso delle manifestazioni per il Festival della canzone italiana, parteciperanno a un progetto educativo musicale. Gli alunni di alcune classi delle scuole primarie italiane – in tutto circa 800 - avranno infatti la possibilità di suonare – con strumenti, ma anche semplicemente con il corpo e la voce – insieme all'Orchestra sinfonica di Sanremo. A dirigerli sarà proprio la docente dei corsi per l'infanzia dell'Accademia Santa Cecilia di Bergamo. Attraverso attività coordinate con il direttore d'orchestra Sergio Vecerina e la stessa orchestra sinfonica la Longo guiderà per due mattine 400 bambini che siederanno nel teatro del Casinò di Sanremo e parteciperanno a un vero e proprio «percorso sonoro». Un po' quello che la musicista fa nei suoi corsi bergamaschi, un modo per far musica partendo principalmente dal gioco, con un ascolto attivo e partecipativo della musica classica. Questo perché la musica è stare insieme; è tirare fuori quelle emozioni che tante volte sono sopite o magari difficili da esternare con le parole. Virginia Longo, a Bergamo, tutto questo lo fa con i bambini, e soprattutto con piccoletti di 3 e 4 anni. In via Sant'Alessandro alta, in una stanzetta dai tappeti a forma di macchinine e nuvole colorate lei gioca alla musica con un gruppetto sempre diverso di piccoli strumentisti. Si tratta di lezioni di propedeutica musicale secondo la didattica Orff-Schulwerk organizzate dall'Accademia musicale Santa Cecilia di Bergamo e rivolte a bambini dai 7 mesi agli 11 anni.

Bambini che si infilano in questo spazio di suoni e ritmo e si lasciano andare - tra filastrocche, tamburi e xilofoni - ad accordi semplici, canzoni ritmate, tante parole nuove e l'uso della voce e del corpo per esprimersi. Si canta, si corre, si salta e si battono le mani. E stupisce sentire il ritmo perfettamente cadenzato da questi «piccoli folletti». C'è Bianca con i suoi riccioli arruffati, Leonardo dagli occhi grandi, Lorenzo, profondo nel suo sguardo, Enrico che corre a tutta velocità; e poi Beatrice e i suoi boccoli, Ramirez, la curiosità fatta persona. Ognuno con la sua caratteristica e peculiarità: c'è la bimba timida, quella troppo esuberante, il monello del gruppo e quello che attraverso la musica racconta paure e sogni. Si fa così per i bambini, più o meno «difficili», più o meno bisognosi di attenzioni. Le stesse mamme ne sono consapevoli: «La musica serve per rendere mio figlio più sicuro di sé» dice una di loro: «Il corso aiuta a rimodulare l'aggressività che è uscita da quando è nata la sorellina» spiega un'altra. «La musica è il miglior modo per imparare a entrare in relazione» continua un'altra ancora. O forse semplicemente la musica serve a renderli bambini più consapevoli della loro capacità di comunicare: «Siamo di fronte a piccoli tra i 3 e i 6 anni – spiega Virginia Longo - e l'obiettivo non è quello di insegnare qualcosa di nuovo, ma di sviluppare e tirare fuori la musicalità che è in ognuno di noi. E lo facciamo con semplici strumenti come può essere uno xilofono o un piatto, ma anche attraverso il gioco e la voce».

Questo perché siamo tutti «musicali», ma dobbiamo essere rieducati a usare tale linguaggio come quello verbale, «riproponendo quei giochi da cortile che i nostri spazi sociali molto spesso non permettono più di fare». E questi bambini – gruppetti da dieci che si alternano tutta la settimana, oltre al lavoro che Virginia Longo fa in numerose scuole primarie di Bergamo, formando anche i docenti – ritornano a usare la voce e il corpo per scoprire nuovi suoni, il senso del ritmo e della musicalità. Che li rende anche più sereni, più sicuri. Bambini più felici. «Perché stando insieme le problematiche comportamentali, le piccole e grandi paure, i traumi presenti e passati – continua Virginia Longo, che coordina anche la scuola media a indirizzo musicale del Collegio Sant'Alessandro – entrano nel gruppo e vengono come assorbiti, rielaborati attraverso suoni e gesti, ma soprattutto attraverso il giocoso confronto che si crea tra questi piccoli protagonisti». Ora a Sanremo un nuovo esperimento, con un pensiero costante: vivere la musica a misura di bambino.

Fabiana Tinaglia

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